Sebbene la legge e le linee guida sulla fecondazione eterologa prevedano che la donazione di gameti debba essere gratuita, la rubrica femminile del Corriere della Sera – La ventisettesima ora ha raccolto una grave testimonianza
Mese: Novembre 2014
Sabato 22 Novembre ad Ascoli Piceno, presso la Libreria Rinascita, la giornalista culturale di Repubblica Anna Maria Briganti presenterà il suo libro “Non chiedermi come sei nata“, racconto toccante di una donna che rivela la sua esperienza di fecondazione assistita. (altro…)
La Commissione Sanità ha votato la risoluzione “in tema di procreazione assistita di tipo eterologo“. Sono state compiute due votazioni: una a maggioranza che ha bocciato il punto relativo all’avviamento di una campagna di sensibilizzazione sul valore della donazione.
La seconda, che ha visto l’approvazione all’unanimità dei seguenti punti:
– Integrazione del registro regionale dei donatori stilato dal Policlinico con quello nazionale
– Definizione dei requisiti e delle competenze degli esperti che comporranno il gruppo di lavoro incaricato di supervisionare l’operato dei centri di procreazione assistita;
– Emanazione di regole certe per la diagnosi pre-impianto.
A sette mesi dall’emanazione della sentenza della Corte Costituzionale del 9 Aprile 2014, la fecondazione eterologa non è ancora resa possibile a causa della mancanza di donatori di gameti femminili e maschili.
La donazione di gameti femminili è molto più complicata di quella maschile, infatti oltre ai normali controlli sulla salute, la donatrice deve sottoporsi ad una terapia ormonale di stimolazione dell’ovulazione e poi compiere un ricovero ospedaliero per permettere l’intervento chirurgico di prelievo ovocitario.
Prima gravidanza grazie ad una donazione di un ovocita fresco
Il Centro di Medicina della Riproduzione dello European Hospital di Roma dà la buona novella: si ha una prima gravidanza ottenuta grazie all’intervento della fecondazione eterologa e grazie all’utilizzo di ovociti freschi non congelati provenienti da una donatrice italiana che non ha ricevuto un compenso per la donazione.
Il Direttore del Centro, il Prof. Ermanno Greco, dichiara che la gravidanza è stata ottenuta trasferendo un solo embrione ottenuto dalla fecondazione di un ovocita fresco donato da una donna italiana, senza quindi ricorrere alle banche straniere di gameti e assicurando qualità, efficienza e sicurezza alle donne che si sottopongono alla tecnica di procreazione medicalmente assistita.
E’ stato diffuso dal Centro l’immagine del battito cardiaco fetale del nascituro udibile già dalla 5-6° settimana e ci auguriamo possa incoraggiare le tante coppie che attendono da tanto l’arrivo della cicogna.
Le pazienti affette da cancro nutrono sempre maggiori speranze di poter un giorno diventare madri, una diagnosi di tumore non è più sinonimo di infertilità.
Grazie alle tecniche e alle metodiche di preservare la fertilità, oggi le pazienti possono decidere di conservare i propri gameti e di ritardare qualche anno il progetto di maternità.
Di conservazione della fertilità si è discusso a Roma nel recente workshop organizzato presso il Centro di Medicina Riproduttiva dello European Hospital della Capitale. Diversi centri in Italia erogano il servizio onco-fertilità che consente alle pazienti affette da neoplasie due metodiche per preservare la fertilità:
- la crioconservazione degli ovociti maturi ottenuti con stimolazione farmacologica e prelevati con ecografia;
- la crioconservazione di un frammento di tessuto ovarico (prelevato per via laparoscopica) con la possibilità di reimpianto quando sarà possibile per la paziente ipotizzare una gravidanza.
Il Prof. Candiani del San Raffaele ha dichiarato che il primo bambino nato da un autotrapianto di tessuto ovarico è avvenuto nel 2004.
Le coppie che sono portatrici di malattie genetiche rare (fibrosi cistica, esostosi multipla..) e che possono trasmetterle al nascituro, possono ora ricorrere alla fecondazione assistita e chiedere di svolgere la diagnosi preimpianto degli embrioni, al fine di valutare quali presentano il gene della malattia ereditaria e di inserire nell’utero materno quello che invece risulta sano.
Il problema oggi è rappresentato dal costo della diagnosi preimpianto (circa 10.000 euro a tentativo) che rende non fruibile questo servizio –riconosciuto dalla Corte Costituzionale come diritto legittimo a procreare un figlio sano – e sancito anche dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.
Il servizio di diagnosi preimpianto inoltre è operativo soltanto in pochi centri privati: la struttura pubblica inspiegabilmente non risulta ancora “pronta” per garantire l’erogazione del servizio nonostante sia dotata di attrezzature, macchine e personale formato e specializzato.
Riportiamo il link alla video intervista a Davide, un uomo affetto da esostosi multipla che racconta la sua esperienza.