Giorno: 19 Novembre 2015

Il congelamento degli spermatozoi è una tecnica poco complessa, con precise indicazioni, ma con alcune incognite che bisogna conoscere

La crioconservazione dei gameti maschili, cioè il congelamento degli spermatozoi, è una procedura più veloce e semplice rispetto all’egg-freezing (congelamento degli ovociti), ma le incognite sono maggiori nelle fasi successive. Infatti la sopravvivenza degli spermatozoi alle procedure di congelamento e successivo scongelamento sono piuttosto basse. Per questo è necessario raccogliere più campioni di liquido spermatico, recuperando poi gli spermatozoi dotati di motilità e di caratteristiche morfologiche normali.

La possibilità di congelare gli spermatozoi è un’opzione importante per tutti gli uomini che devono affrontare una chemioterapia, oppure un intervento uro-genitale che rischia di compromettere in modo temporaneo o permanente la fertilità. Anche un ciclo di antibiotici prolungato può interferire pesantemente sulla qualità del liquido spermatico. Perciò, per ridurre al minimo le incognite, in vista di un congelamento programmato degli spermatozoi, è opportuno osservare un adeguato intervallo prima della procedura, tale da permettere agli spermatozoi di riacquistare motilità e morfologia ottimali.

Un caso a parte, decisamente il più denso di incognite, è rappresentato dagli uomini azoospermici, nei quali l’eiaculato non contiene spermatozoi. In questi pazienti il protocollo prevede un piccolo intervento chirurgico, con aspirazione dei gameti direttamente dai testicoli o dall’epididimo e loro successivo congelamento. La quantità di spermatozoi che si riesce a recuperare può essere però piuttosto esigua e, data la fragilità al congelamento/scongelamento, risultare insufficiente per una PMA.