Fecondazione eterologa: l’infertilità in Italia è un problema in costante crescita: secondo l’Istituto Superiore di Sanità essa interessa attualmente il 15% delle coppie. L’impossibilità di conseguire una gravidanza in maniera spontanea induce tali coppie a rivolgersi a Centri specializzati in procreazione medicalmente assistita per sottoporsi a tecniche di fecondazione omologa o eterologa: nella omologa sono utilizzati i gameti (ovociti o spermatozoi) della coppia, mentre l’eterologa richiede l’impiego di gameti donati da persone al di fuori della coppia.
In Italia, l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è regolato dalla Legge N. 40 del 2004, che nella versione iniziale vietava alle coppie infertili il ricorso alle tecniche di fecondazione eterologa. Questo divieto aveva dato vita ad un vero e proprio “turismo procreativo” in quanto le coppie infertili – non potendo rivolgersi alle tecniche di fecondazione eterologa qui in Italia – avevano iniziato a recarsi in Centri di procreazione medicalmente assistita di Paesi esteri. Dopo vari anni, il 9 aprile 2014 la Corte Costituzionale con la sentenza N. 162 ha posto fine a questa ingiustizia, dichiarando illegittimo il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa per violazione degli articoli 2, 3, 13 e 32 della nostra Costituzione. Oggi possono dunque accedere alle tecniche di fecondazione eterologa le “coppie maggiorenni di sesso differente, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile ed entrambi viventi, per le quali è stata accertata e certificata una patologia che sia causa irreversibile di sterilità o infertilità per uno o entrambi i partner”.
Dopo legittimazione al ricorso alla fecondazione eterologa, sempre nel 2014 si è tenuta a Roma la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, in occasione della quale sono state elaborate e definite le principali linee guida per standardizzare su tutto il territorio nazionale l’accesso alle tecniche di fecondazione eterologa. Esse prevedono che la donazione dei gameti maschili (spermatozoi) e femminili (ovociti) debba essere volontaria, anonima (cioè il donatore non potrà conoscere la coppia ricevente e viceversa) e non debba prevedere alcun compenso economico; l’età dei donatori maschi deve essere compresa tra i 18 e i 40 anni, mentre le donatrici devono avere un’età compresa tra i 20 e i 35 anni. I gameti di un medesimo donatore non potranno dare origine a più di 10 nascite e, per tutelare la salute della coppia ricevente, i donatori e le donatrici devono sottoporsi a test di screening genetici e infettivologici. Al fine di evitare selezioni illegittime, la coppia ricevente non può scegliere il donatore o le donatrici; i Centri di procreazione medicalmente assistita sono tuttavia chiamati ad assicurare la compatibilità delle principali caratteristiche fisiche del donatore con quelle della coppia ricevente, come il colore della pelle, degli occhi, dei capelli e il gruppo sanguigno.
Nel 2017 il Ministero della Salute ha inserito nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) anche le tecniche di fecondazione eterologa come prestazione sanitaria garantita dal Servizio Sanitario Nazionale. Analogamente a quanto previsto per quella omologa, negli ospedali pubblici possono accedere alle tecniche di fecondazione eterologa le donne di età non oltre i 43 anni e sottoporsi alla procedura per un massimo di 3 trattamenti. L’inserimento della fecondazione eterologa nei LEA ha sollevato però il problema dei costi che le coppie devono sostenere per accedere a tale procedura. Un altro problema è la disponibilità limitata di gameti maschili e femminili in Italia per poter effettuare i cicli di eterologa; proprio per questo motivo i Centri specializzati in procreazione medicalmente assistita sono costretti a importarli dall’estero, soprattutto da Danimarca, Grecia, Repubblica Ceca, Spagna e Svizzera.
Questa carenza sottolinea quindi l’esigenza di promuovere nel nostro Paese la donazione dei gameti, organizzando anche campagne di sensibilizzazione tra i giovani sul tema dell’infertilità e sull’importanza di donare i gameti al fine di favorire la creazione di criobanche di gameti utilizzabili per la fecondazione eterologa, facilitando e rendendo uniforme l’accesso a questa procedura su tutto il territorio nazionale, al fine di tutelare e rispettare il diritto di genitorialità delle coppie che desiderano realizzare il sogno di costituire una famiglia con prole.
Fonti bibliografiche
http://old.iss.it/rpma/index.php?lang=1&id=131&tipo=17
Norme in materia di procreazione medicalmente assistita. Legge 19 febbraio 2004 N. 40, G.U. N. 45 del 24 febbraio 2004.
Sentenza della Corte Costituzionale N. 162/2014.
Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome 14/109/CR02/C7SAN. Documento sulle problematiche relative alla fecondazione eterologa a seguito della sentenza della Corte Costituzionale N. 162/2014.
https://www.fondazioneserono.org/fertilita/ultime-notizie-fertilita/fecondazione-eterologa-italia/