Mese: Giugno 2020

C’è una relazione tra Cannabis e fertilità maschile? Il consumo ricreativo di Cannabis tra i giovani uomini in età fertile è in continuo aumento. Questo dato ha indotto alcuni ricercatori americani a studiare il potenziale impatto della Cannabis sulla fertilità maschile. Dopo un’analisi retrospettiva della letteratura scientifica disponibile su PubMed®/MEDLINE®, hanno selezionato 48 studi e comparato alcuni parametri: livello di ormoni, parametri seminali, dimensione delle gonadi e funzione sessuale tra consumatori di Cannabis e non consumatori.
I ricercatori hanno pubblicato una review su The Journal of Urology.

Marijuana e Cannabis

La Marijuana è una droga derivata dalla Cannabis sativaCannabis indica. Il componente psicoattivo principale, il THC (tetraidrocannabinolo), porta ad alterazione dei sensi, dell’umore e della capacità di movimento. Alcuni studi hanno mostrato la presenza di recettori dei cannabinoidi nello sperma. Ciò indica che la Cannabis potenzialmente può interferire con la funzione spermatica.

L’uso della Cannabis è consentito in molti Paesi del mondo per uso terapeutico. Viene utilizzata in molte patologie, ad esempio la demenza, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, la depressione, il tabagismo e il dolore neuropatico. Nonostante ciò, la ricerca scientifica sta ancora studiando i potenziali effetti negativi della marijuana sull’organismo.

Cannabis e fertilità maschile: cosa emerge dalla review

L’uso di cannabis risulta associato a cambiamenti negli ormoni riproduttivi, ad alterazioni dei parametri seminali e a una diminuzione della libido e delle performance sessuali. Le alterazioni maggiori si hanno sulla motilità, sulla sopravvivenza e sulla capacità di fecondare. Non emergono effetti, invece, sui livelli di testosterone e sui livelli degli ormoni follicolo-stimolanti.

La letteratura disponibile, dunque, mostra che la cannabis può avere un impatto negativo sulla fertilità maschile. I ricercatori suggeriscono ai medici di tenere in considerazione questi dati quando la prescrivono per uso terapeutico a uomini in età fertile e in ogni caso in cui si trovano a valutare un caso di infertilità maschile.

Fonte:

Payne KS, Mazur DJ, Hotaling JM, Pastuszak AW. Cannabis and Male Fertility: A Systematic Review. J Urol. 2019;202(4):674‐681. doi:10.1097/JU.0000000000000248.

La salute della tiroide e la fertilità sono strettamente correlate. I disturbi della tiroide, infatti, se non curati, possono interferire con la fertilità, sia nella donna sia nell’uomo. In Italia, il 10% della popolazione soffre di patologie della tiroide e l’1,5% delle donne soffre di ipotiroidisimo. Di queste il 2,3% ha problemi di fertilità.

Le malattie della tiroide sono strettamente correlate alla fertilità e possono portare non solo percentuali ridotte di concepimento ma anche aborti spontanei e, in alcuni casi, difficoltà di impianto nei trattamenti di procreazione medicalmente assistita.

I disturbi della tiroide e le loro conseguenze possono essere prevenuti. Molte persone si accorgono di avere un disturbo alla tiroide proprio quando cercano di avere un figlio e si imbattono nelle difficoltà di concepimento. Tra gli esami per approfondire le cause del ritardo nel concepimento c’è quello per verificare la quantità dell’ormone TSH nel sangue.

L’ormone TSH

Il TSH è un ormone prodotto dall’ipofisi, una ghiandola che si trova nel cranio e stimola la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei. Gli ormoni tiroidei sono prevalentemente la tiroxina (T4) e la triiodiotironina (T3) e, a loro volta, regolano la produzione di TSH da parte dell’ipofisi. Questo ciclo è continuo e consente di mantenere costante il livello di ormoni tiroidei nel sangue. Infatti, in condizioni normali, se la concentrazione di ormoni tiroidei nel sangue tende a ridursi, l’ipofisi aumenta la produzione di TSH. La tiroide risponde all’aumento del TSH nel sangue producendo più ormoni tiroidei per ristabilire l’equilibrio. Quando i livelli di ormoni tiroidei nel sangue diventano normali, l’ipofisi riduce la produzione di TSH.

Ipotiroidismo e ipertiroidismo

Se la tiroide non funziona correttamente, l’equilibrio descritto sopra si rompe.

Se i livelli di ormone TSH nel sangue sono troppo bassi significa che la tiroide funziona troppo e l’ipofisi troppo poco. Questo è il caso dell’ipertiroidismo, in cui i livelli dell’ormone TSH nel sangue diventano così bassi da non essere misurabili. Sintomi dell’ipertiroidismo possono essere: nervosismo, ansia, iperattività, perdita di peso, irregolarità del ciclo mestruale, battito cardiaco rapido o irregolare, disturbi del sonno.

Diversamente, se la tiroide non funziona a sufficienza i livelli di ormoni tiroidei diventano troppo bassi (ipotiroidismo) e l’ipofisi aumenta la produzione di TSH nel tentativo di stimolare la tiroide a produrre più ormoni. Nelle fasi iniziali, l’ipotiroidismo raramente provoca disturbi e i sintomi tendono a svilupparsi lentamente, perciò è difficile riconoscerli. Col passare del tempo, però, se non curato, l’ipotiroidismo può causare problemi di salute, tra i quali l’infertilità. I sintomi includono: fatica, aumento della sensibilità al freddo, stitichezza, pelle secca, aumento di peso, viso gonfio, ciclo mestruale irregolare, depressione, alterazioni della memoria, colesterolo alto.

Il test del TSH

Il test del TSH si effettua con un semplice prelievo ematico e consiste nella misurazione della quantità di TSH nel sangue. Oltre ad approfondire i problemi di sterilità nella donna, consente di valutare la funzionalità dell’ipofisi, scoprire disturbi della tiroide e monitorare l’efficacia delle terapie nelle persone con ipertiroidismo o ipotiroidismo, patologie che possono avere un impatto anche rilevante sulla fertilità.

Alimentazione e salute della tiroide

Una alimentazione corretta è fondamentale per la salute della tiroide e del nostro organismo in generale. La tiroide, per funzionare bene, ha bisogno di iodio: il fabbisogno giornaliero di un adulto è di 150microgrammi. Questo minerale si trova nel cibo, possiamo assumerlo a tavola.

Pesci, molluschi e crostacei sono gli alimenti con le concentrazioni più alte di iodio. Sarebbe preferibile mangiarli crudi, dato che durante la cottura il minerale si disperde, infatti il sushi è una vera e propria miniera di iodio. Anche le patate iodate ne sono una buona fonte. L’Istituto Superiore di Sanità raccomanda l’uso del sale iodato: 5 grammi al giorno bastano per far fronte alle necessità quotidiane.

 

Fonti:

Istituto Superiore di Sanità – ISSslute – TSH

Corriere.it – La Dieta per la Tiroide: dove si trova davvero lo iodio? – Articolo del 17 maggio 2020 a firma Eliana Liotta.

La gravidanza, specie nelle fasi iniziali, può presentare strani sintomi. Infatti, può esserci una sovrapposizione tra disturbi premestruali, effetti collaterali dei contraccettivi orali e segni precoci di una gravidanza. Non sempre è facile riconoscerli, soprattutto se si verificano nelle prime settimane di gestazione. L’unico modo per avere la certezza di essere incinta rimane comunque il test di gravidanza.

Quali sono i sintomi

Nausea, vomito, tensione al seno e ritardo del ciclo mestruale sono i sintomi precoci della gravidanza più noti e più comuni. Ce ne sono altri, meno conosciuti ma altrettanto significativi.

Epistassi – La perdita di sangue dal naso è dovuta ai cambiamenti ormonali. Raramente si verifica in forma grave e solitamente può essere gestita senza ricorrere al medico.

Rinite – In alcune donne, la gravidanza può portare anche congestione nasale e rinite. Un umidificatore o lavaggi nasali quotidiani con soluzione salina possono alleviare il disturbo.

Emicrania – Il livello degli estrogeni aumenta in gravidanza e questo può causare emicrania. Stress e affaticamento possono provocare cefalee muscolo-tensive. In entrambi i casi, anche a seconda della frequenza e dell’intensità dei sintomi, può essere utile parlarne con il medico.

Vertigini – Le cause delle vertigini in gravidanza possono essere molte. L’utero, sin dall’inizio della gravidanza, ha bisogno di sangue per svolgere il proprio compito. Per questo, la pressione sanguigna può variare e provocare vertigini. Anche lo stress e un basso livello di zuccheri nel sangue possono esserne causa. In quest’ultimo caso, fare regolarmente uno spuntino tra i pasti principali può aiutare.

Cattivo sapore in bocca – I cambiamenti ormonali dovuti alla gravidanza, in alcune donne provocano un sapore metallico in bocca. Può essere piuttosto fastidioso, ma non è preoccupante.

Acne – Molte donne che hanno l’acne quando rimangono incinte notano un peggioramento. Alcuni suggerimenti utili arrivano dall’American College of Obstetricians and Gynecologists:

  • Lavare il viso due volte al giorno con un detergente delicato e acqua tiepida
  • Non toccare i punti dell’acne non favorire infezioni
  • Preferire prodotti cosmetici oil-free e verificare che siano adatti all’uso in gravidanza
Alcuni sintomi sono  più comuni

Sbalzi d’umore repentini – Gli sbalzi d’umore sono piuttosto comuni e sono dovuti ai cambiamenti ormonali che avvengono nelle prime settimane di gravidanza. Le emozioni sono amplificate, solitamente in modo non preoccupante. Se gli sbalzi d’umore diventano troppo frequenti, però, è preferibile consultare un medico.

Olfatto più sensibile – Questo sintomo può contribuire ad aumentare il senso di nausea. Spesso si presenta come un’intolleranza a certi odori. Altre volte, invece, la donna diventa solo più sensibile agli odori in generale.

Fiato corto – L’aumento di progesterone che. si verifica nelle prime settimane di gravidanza può portare a un aumento del ritmo della respirazione. Di conseguenza, può sembrare di avere il fiato corto e di non riuscire a respirare correttamente.

Stanchezza – La stanchezza è un sintomo comune in gravidanza, soprattutto all’inizio della gestazione.  Anch’essa è dovuta ai cambiamenti ormonali.

Avversione per alcuni cibi – All’inizio della gravidanza, molte donne cambiano il loro atteggiamento verso il cibo. Alcuni degli alimenti preferiti possono diventare intollerabili e, al contrario, alcuni cibi mai amati diventano prelibatezze. Nella maggior parte dei casi, dopo il parto le abitudini alimentari rientrano nella normalità.

Quando rivolgersi al medico

I sintomi riportati sopra, anche i più comuni, non sono sufficienti per confermare che è in corso una gravidanza. Solo i test clinici possono dare a una donna la certezza di essere incinta. Nonostante alcuni siano semplici fastidi, se si verificano con una frequenza o con un’intensità tali da dare preoccupazione, è meglio parlarne al medico. Lo disturberemo una volta in più, magari inutilmente, ma potremo vivere la gravidanza in modo più sereno.

 

Fonte