Mese: Luglio 2021

Aumentano i casi di diabete in gravidanza: è quanto emerge da una ricerca presentata dai ricercatori della SID – Società Italiana di Diabetologia al 56mo congresso della EASD, Associazione Europea per lo Studio del Diabete. Sembra, infatti, che le donne che presentano diabete gestazionale (GDM) in gravidanza siano sempre più numerose. La conseguenza è strettamente connessa all’aumento dell’obesità, anche in età riproduttiva, e alla prevalenza del diabete tipo 2.

La ricerca

I ricercatori hanno studiato una casistica di oltre 600 pazienti con diabete gestazionale. Nella ricerca, hanno considerato questi parametri: le caratteristiche metaboliche delle madri, gli esiti materno-neonatali e la salute delle donne dopo il parto. La ricerca si è svolta presso l’Azienda Ospedaliera di Perugia e ha considerato donne trattate nel triennio 2013-2015, rispetto a quelle gestite nel periodo 2016-2018. Intervistata da Repubblica, la dottoressa Sara Parrettini, della Struttura Complessa di Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Azienda Ospedaliera di Perugia, ha commentato: “Ma le caratteristiche metaboliche delle gestanti – afferma – negli ultimi anni si stanno modificando. Aumentano le donne con insulino-resistenza e i risultati della curva da carico glucidico sono diversi da quelli delle donne che sviluppavano diabete in gravidanza fino a qualche anno fa”.

La gestione personalizzata della gravidanza

Nella stesa intervista, la dottoressa Parrettini ha concluso: “Le caratteristiche metaboliche delle donne in gravidanza devono essere considerate sin dall’inizio della cura della paziente. E’ necessario gestire in maniera personalizzata la gravidanza complicata dal GDM”. L’obiettivo di questo approccio è raggiungere “esiti neonatali sovrapponibili a quelli di una gravidanza fisiologica”. Inoltre, consentirebbe di “predisporre strategie di protezione per la salute futura, mirate a ridurre il rischio di progressione verso qualsiasi forma di iperglicemia post-gravidanza”.

Anche la dottoressa Elisabetta Torlone, responsabile Servizio di Diabete e Nutrizione in Gravidanza della stessa struttura ospedaliera ha commentato i risultati. “La gravidanza rappresenta un momento fondamentale nella vita di una donna.  La diagnosi di diabete gestazionale pone un grave problema di salute globale a causa delle relative complicanze micro e macro-vascolari, del successivo diabete di tipo 2 e dell’impatto sulla salute futura delle giovani generazioni. La nostra casistica suggerisce di porre attenzione alle modifiche dell’OGTT sia in gravidanza che nel follow up post parto, per definire delle strategie sempre più specifiche per la prevenzione del diabete di tipo 2 e delle patologie metaboliche”.

Il commento della SID

Il Presidente eletto della SID Agostino Consoli ha commentato i risultati della ricerca. “Il diabete gestazionale è in aumento e diventa un problema sempre più importante anche perché maggiormente prevalente in etnie che sono sempre più rappresentate nel nostro Paese grazie all’aumento dell’immigrazione e perché più prevalente in donne che giungono alla gestazione in età meno giovane, come sempre più accade nelle società occidentali. Per fortuna in molti dei nostri Servizi di Diabetologia esistono ambulatori dedicati a questa condizione, che si avvalgono della collaborazione di diabetologi, ginecologi e neonatologi.”
Da anni è in atto una stretta collaborazione tra SID ed AMD. Le due Società Scientifiche hanno costituito, insieme, un gruppo di studio dedicato alle problematiche del diabete gestazionale. Questa collaborazione ha prodotto e continua a produrre lavori scientifici molto rilevanti di livello internazionale.

Fonte: Repubblica.it

“PMA per tutte” è il nome dato alla nuova legge approvata recentemente dal Parlamento francese. Le novità più rilevanti sono due. Anzitutto, l’estensione della procreazione medicalmente assistita (PMA) a tutte le donne di età inferiore a 43 anni. In secondo luogo, la possibilità per i giovani con più di 18 anni di conoscere l’identità di chi ha donato lo sperma o gli ovociti. I costi saranno a carico del sistema sanitario francese. Rimane il divieto per la maternità surrogata.

L’approvazione

La norma in materia di bioetica è stata approvata dall’Assemblea Nazionale dopo due anni di accesi dibattiti, con 326 voti a favore, 115 contrari e 42 astenuti.

L’accesso alle tecniche di fecondazione assistita in Francia era riservato alle coppie eterosessuali con difficoltà di concepimento, anche solo conviventi. La nuova legge apre a tutte le donne, seppure con il limite dell’età massima a 43 anni e l’obbligo di un percorso clinico di approfondimento con numerosi colloqui. Inoltre, per quanto riguarda le coppie lesbiche, durante la gravidanza sarà necessaria una dichiarazione davanti al notaio, perchè entrambe vengano riconosciute mamme del nascituro.
La Francia e il resto d’Europa
La Francia si allinea dunque ad altri Paesi in Europa, dove si recavano le donne single o le coppie omosessuali, circa 2400 persone l’anno, secondo un’inchiesta pubblicata dal quotidiano cattolico Croix. Norme analoghe sono in vigore ad esempio in Spagna, Belgio, Malta e, fuori dall’UE, in Regno Unito, Islanda e Norvegia. Ricorrere alla PMA all’estero può risultare anche molto oneroso, mentre d’ora in poi i costi saranno a carico della sanità pubblica per tutte le donne francesi.
Conoscere l’identità dei donatori

La legge introduce anche un’altra novità per tutti i maggiorenni nati con le tecniche di PMA. Infatti, per loro sarà possibile ottenere informazioni sull’identità dei donatori di sperma o di ovociti. In ogni caso, non verrà comunque legalmente riconosciuto nessun legame di filiazione con il donatore.

I primi concepimenti

Le Autorità francesi stanno velocizzando il più possibile l’iter della legge, in modo che i primi concepimenti possano avvenire entro la fine del 2021.

Fonte: RaiNews.