Secondo i dati di un recente studio dell’Hme, Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington, in tre quarti del mondo nel 2050 il tasso di fertilità sarà inferiore a 2,1 figli per donna. In Italia si arriverà a 1,09 figli nel 2100, con ripercussioni sulla società che i ricercatori definiscono immense.
Lo studio
“Un mondo demograficamente diviso” è quello che, secondo i dati del programma di ricerca Grb (Global Burden of Disease, Injuries, and Risk Factors), ci aspetta entro il 2100. Dallo studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, emerge uno scenario preoccupante, che avrà un impatto significativo su economia e società in tutto il mondo.
Sembra, infatti, che il tasso di fertilità si ridurrà a tal punto che in quasi la totalità del mondo (il 97%, cioè 198 Paesi su 204) la popolazione crollerà. Nei Paesi più ricchi il numero delle nascite crollerà, mentre raddoppierà in quelli a basso reddito. Infatti, il tasso di fertilità si è più che dimezzato negli ultimi 70 anni, passando da circa 5 figli per donna del 1950 a 2,2 nel 2021. I segni più importanti di questo declino sono attesi entro il 2050, quando più di tre quarti dei Paesi del mondo (155 su 204) avrà un tasso di fertilità inferiore a 2,1 figli per donna e il 97% dei Paesi del mondo vedrà declinare la sua popolazione.
I dati relativi all’Italia
L’Italia non farà eccezione, con un tasso di fertilità che nel 2100 supererà di poco 1. Nel nostro Paese il tasso di fertilità è diminuito progressivamente dai 2,45 figli per donna del 1950 a 1,63 del 1980, all’1,21 del 2021. I ricercatori stimano che questo trend prosegua e che il tasso di fertilità scenda a 1,18 nel 2050 e a 1,09 nel 2100. sempre in Italia il numero dei neonati è diminuito di conseguenza: dagli 885 del 1950 ai 640 del 1980 e ai 398 del 2021, con un calo ulteriore previsto a 285 nel 2050 fino a 136 nel 2100.
Il commento dei ricercatori
“Ci troviamo di fronte a cambiamenti sociali sconcertanti nel XXI secolo“, ha osservato Vollset, “Per molti versi, il crollo dei tassi di fertilità è una storia di successo, che riflette non solo una contraccezione migliore e facilmente disponibile, ma anche la scelta di molte donne di ritardare o avere meno figli, oltre a maggiori opportunità di istruzione e occupazione“. E aggiunge: “il mondo si troverà ad affrontare contemporaneamente un baby boom in alcuni Paesi e un baby bust in altri. Mentre la maggior parte dei Paesi si confronterà con le sfide economiche di una forza lavoro in calo e l’assistenza a una popolazione sempre più anziana, molti dei Paesi più poveri di risorse dell’Africa sub-sahariana – ha aggiunto – si troveranno ad affrontare il problema di come sostenere la popolazione più giovane e in più rapida crescita del pianeta in alcuni dei luoghi più instabili dal punto di vista politico ed economico, sottoposti a stress termico e con sistemi sanitari in tilt“.
Fonti:
- AA.VV – Global fertility in 204 countries and territories, 1950–2021, with forecasts to 2100: a comprehensive demographic analysis for the Global Burden of Disease Study 2021. Published:March 20, 2024. DOI:https://doi.org/10.1016/S0140-6736(24)00550-6
- ANSA
Quando si è giovani, l’ipotesi di avere dei figli, di diventare genitori, sembra molto lontana nel futuro. Non c’è tempo per pensarci, l’obiettivo prioritario, quando si parla di creare una famiglia, è “trovare la persona giusta”, con la quale investire in un progetto di vita che includa anche l’avere dei figli.
Tra gli ultimi pensieri c’è la fertilità che, troppo spesso, viene data per scontata. Ma prima o poi la fertilità richiama l’attenzione su di sé: ad esempio da adulti quando, dopo mesi di tentativi alla ricerca di un figlio, ci si rende conto di avere difficoltà di concepimento.
La prevenzione primaria della salute, inclusa quella riproduttiva, è fondamentale e l’informazione ha un ruolo chiave, soprattutto sui giovani. Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Nicoletta Maxia, biologa, Responsabile per la parte biologica degli interventi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) del Policlinico San Marco di Bergamo.
I giovani e la fertilità
L’Istituto Superiore di Sanità ha reso noti i risultati del Progetto «Studio Nazionale Fertilità», che ha indagato le conoscenze, i comportamenti e gli atteggiamenti in ambito sessuale e riproduttivo di adolescenti, studenti universitari e adulti in età fertile.1
Quasi l’80% dei ragazzi immagina un proprio futuro con figli, percentuale che diminuisce notevolmente negli adulti. L’età “giusta” indicata per diventare genitori è tra i 26 e i 30 anni. Tuttavia, non c’è una conoscenza corretta dei tempi della fertilità che governano l’orologio biologico. La consapevolezza del ruolo giocato dall’età sulla fertilità, sia femminile sia maschile, è molto bassa. Le aspettative, dunque, sono di poter concepire un figlio anche ad età molto avanzata. A ciò si aggiunge che, l’85% dei maschi e il 67% delle femmine non sono mai andati da uno specialista (ginecologo o andrologo) ma 1 su 3 ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi.
Ad oggi sembra che i giovani scelgano maggiormente internet per informarsi, anche su ciò che riguarda la salute. C’è una richiesta di informazioni chiare, autorevoli, verificate, anche attraverso la scuola, ma che provenga da professionisti della ricerca, della medicina, della scienza.
Dati interessanti emergono anche da un recente rapporto AGCOM: «L’informazione alla prova dei giovani».
Le nuove generazioni non si sentono rappresentate dall’informazione tradizionale, sia per la tipologia di contenuti (i giovani richiedono ad esempio molta più scienza e tecnologia di quanto sia oggi presente nei media tradizionali), sia per punti di vista e per stili di comunicazione.2
Non è mai troppo presto per parlare di salute riproduttiva
Dai dati, dunque, emerge che c’è un ampio gap da colmare, dal punto di vista informativo, formativo e culturale sulla salute sessuale e riproduttiva dei giovani in Italia. L’accesso a informazioni chiare, provenienti da fonti autorevoli ha un ruolo chiave: non solo in termini di prevenzione e salvaguardia della salute, anche riproduttiva, ma anche nella formazione ed educazione a uno stile di vita virtuoso.
I fattori che possono avere un impatto sulla fertilità, soprattutto su persone giovani, che sono organismi viventi in crescita, sono numerosi.3
- Comportamenti negativi che facilmente diventano cattive abitudini (sedentarietà, ma anche eccessiva attività fisica, e alimentazione disordinata, che porta al sovrappeso o all’eccessiva magrezza, fumo, assunzione di alcool, …)
- Infezioni sessualmente trasmesse (le cause più frequenti di infertilità, maschile e femminile)
- Patologie dell’apparato riproduttivo, talvolta asintomatiche
- Sostanze ambientali (derivati dalle plastiche e degli idrocarburi, …)
Anche a livello di Sanità Pubblica si può intervenire con azioni che favoriscano la tutela della salute riproduttiva, considerando anche la necessità di contrastare la denatalità.
Ad esempio, la Delibera XII/1141 di Regione Lombardia4 prevede, tra le altre attività:
- Possibilità di crioconservazione dei gameti per le giovani coppie
- Sorveglianza e promozione della salute nelle scuole, secondarie e di II grado, sul tema della fertilità
- Di elaborare materiale informativo multilingue sui fattori che incidono sulla fertilità
- di incentivare l’adesione al programma di consultazione specialistica ginecologica presso i consultori per le ragazze di 18 anni
- di incentivare l’adesione al programma di richiamo dei giovani ragazzi tra i 17 e i 18 anni per una visita andrologica (tramite il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di Famiglia).
Il convegno “Preservare la fertilità per coltivare il futuro. Prevenzione e rimedi”
La necessità di sensibilizzare i giovani sul tema della salute riproduttiva è stata protagonista di un recente convegno dal titolo “Preservare la fertilità per coltivare il futuro. Prevenzione e rimedi”, un’occasione importante di confronto tra specialisti ed esperti, per un approccio multidisciplinare a queste tematiche. L’obiettivo comune è di prevenire l’infertilità attraverso screening precoci e tempestivi. In diverse sedi sanitarie di Bergamo e provincia verranno promosse iniziative aperte al pubblico, al fine di offrire servizi di visita andrologica e ginecologica, compresi di test della fertilità.
“Dal laboratorio all’ambulatorio all’Aula, la ricerca fa cultura e parla di prevenzione, prende a bordo i Medici di Medicina Generale, insieme ai Pediatri di libera scelta, ginecologi, andrologi, biologi, ostetriche, infermieri e tutti gli operatori sociosanitari, indispensabili attori di un gioco di squadra volto ad accompagnare i nostri ragazzi a diventare ‘protagonisti’ della prevenzione e protezione della loro salute e fertilità”.
La fertilità è fragile e va tutelata, sin da bambini
Formare ed educare le giovani generazioni a prendersi cura della propria salute significa trasferire loro la consapevolezza che il tempo impiegato nella prevenzione è tempo investito sul proprio futuro. “Gli Adulti” in generale (genitori, familiari, docenti, amici, medici, istruttori sportivi, …) possono e devono fare molto.
“La prevenzione delle cause di infertilità e la protezione della fertilità, soprattutto maschile, sono le grandi assenti dai programmi di screening e, in molti casi, i problemi vengono identificati solo in età adulta o quando la coppia cerca di avere una gravidanza. Sensibilizzare e informare sul tema è fondamentale, per salvaguardare la fertilità: questo significa anche favorire la natalità e tutelare il futuro stesso della nostra società”.
Note:
1 – ISS, Progetto «Studio Nazionale Fertilità». Il campione, statisticamente rappresentativo, era composto da oltre 16.000 adolescenti (16-17 anni), circa 14.000 studenti universitari (età media 22 anni) e oltre 21.000 adulti (18-49 anni).
2 – Rapporto AGCOM: «L’informazione alla prova dei giovani».
3 – Ministero della Salute. Salute della donna. Cause di infertilità.
4 – Regione Lombardia. DELIBERA N.1141– (DL) LINEE DI INTERVENTO PER LO SVILUPPO ED EFFICIENTAMENTO DEL PERCORSO NASCITA IN LOMBARDIA FINALIZZATO A FAVORIRE LA NATALITA’ E LA TUTELA DELLA SALUTE RIPRODUTTIVA.