Azoospermia: come trattarla

Dott.ssa Elena Giolo, S.S.D. Procreazione Medicalmente Assistita, I.R.C.C.S. Burlo Garofolo, Trieste

L’azoospermia è una condizione che colpisce circa il 2% degli uomini nella popolazione generale e circa il 10-20% degli uomini che si rivolgono ai centri per la cura dell’infertilità (1)

L’azoospermia può avere diverse eziologie ma la migliore classificazione è quella che distingue l’azoospermia in ostruttiva (OA) e non ostruttiva (NOA).

  • Nell’azoospermia ostruttiva si ha una normale funzionalità testicolare e produzione di liquido seminale, ma con vescicole seminali e dotti eiaculatori assenti od occlusi. In questi casi la spermatogenesi è normale e gli spermatozoi sono abbondanti nei tubuli dell’epididimo e del testicolo. Questo fa si che ci sia un elevato grado di recupero sia mediante aspirazione microchirurgica (MeSA) o percutanea (PeSA) degli spermatozoi dalla testa dell’epididimo, che mediante biopsia testicolare (TeSE).
  • In caso di azoospermia non ostruttiva, si ha generalmente un difetto severo della spermatogenesi e nei tubuli dell’epididimo non sono presenti spermatozoi. Solamente a livello del testicolo si possono trovare alcune zone con una spermatogenesi attiva. L’unico modo per recuperare spermatozoi in questi casi è attraverso l’estrazione diretta dal tessuto testicolare (TeSE) dove possono essere presenti zone di produzione spermatica.

Trattamento dei pazienti azospermici

L’iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo (ICSI) è la tecnica che comunemente viene utilizzata nei cicli di fecondazione in vitro in pazienti azoospermici sia OA che NOA (2).

Uno dei maggiori inconvenienti nel trattamento di questi pazienti risiede nell’eventualità di dover ripetere la biopsia testicolare a ogni intervento di fecondazione. Il problema per il paziente, in questi casi, è che tali procedure possono danneggiare le aree del testicolo interessate dall’intervento (3). Inoltre in un’elevata percentuale dei casi l’azoospermia non ostruttiva si associa ad un fallito recupero di spermatozoi, quindi esiste il reale rischio di non avere spermatozoi disponibili per l’iniezione il giorno del prelievo degli ovociti. Un approccio valido per evitare biopsie ripetute e una inutile stimolazione della partner in caso di mancato recupero è rappresentato dalla crioconservazione degli  spermatozoi recuperati chirurgicamente.

 

Conclusioni

Sono stati pubblicati molti lavori sulla fertilizzazione e successive gravidanze ottenute iniettando spermatozoi testicolari crioconservati e si è visto che la percentuale di fertilizzazione e la percentuale di bambini nati non sembra ridursi significativamente (4).

Questo conferma il fatto che la crioconservazione degli spermatozoi al momento della prima biopsia diagnostica è una procedura utilissima al fine di evitare biopsie ripetute al paziente e stimolazioni inutili alla partner.

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Willott G. M. “Frequency of azoospermia”. Forensic Sci Int 1982;20:9-10
  2. Tsai C. C., Huang F. J., Wang L. J., Lin Y. J., Kung F. T., Hsieh C. H. et al. “Clinical outcomes and development of children born after intracytoplasmic sperm injection (ICSI) using extracted testicular sperm or eiaculated extreme severe oligo-astheno-teratozoospermia sperm: a comparative study”. Fertil Steril 2011; 96:567-71
  3. Schlegel P. and Su L. “Physiological consequences of testicular sperm extraction”. Reprod. 1997; 12:1688-92.
  4. Dalit B. Y., Leah Y., Ron H., Haim Y., Fuad A., Israel Y., Joseph B. L. and Ami A. “Testicular sperm retrieval and cryopreservation prior to initiating ovarian stimulation as the first line approach in patients with non-obstructive azoospermia”. Reprod 1999; 14 (7):1794-1801

 

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