Gli effetti del fumo sulla fertilità

Il fumo di sigaretta determina una serie di effetti nocivi sulla salute e rappresenta una delle cause principali d’insorgenza di varie patologie e di mortalità. È ormai noto a tutti che il vizio del fumo, chiamato tecnicamente tabagismo, è causa di diverse malattie, quali quelle cardiovascolari, e respiratorie, e di cancro ai polmoni, alla vescica, all’esofago, al rene, al pancreas e allo stomaco. Decisamente meno conosciuto dal grande pubblico è invece il deleterio effetto del tabagismo sulla fertilità; da parecchi anni i ricercatori che hanno studiato il rapporto tra il fumo di sigaretta e la salute riproduttiva hanno fornito prove sostanziali che il fumo è un fattore di rischio d’infertilità maschile e femminile e riduce le probabilità di una coppia di ottenere una gravidanza, oltre al fatto che aumenta la possibilità di effetti negativi sulla salute dei propri figli.

 

Impatto del fumo sulla fertilità maschile

Diversi studi hanno dimostrato che il fumo determina effetti nocivi su diversi parametri del liquido seminale; in particolare i fumatori presentano una riduzione del volume seminale, del numero totale di spermatozoi, nonché del numero di spermatozoi mobili e di spermatozoi con morfologia normale, rispetto agli individui non fumatori. Recenti studi hanno inoltre rilevato che i fumatori hanno un rischio maggiore di presentare alterazioni (frammentazioni) del DNA all’interno degli spermatozoi che possono determinare problemi durante la fecondazione, lo sviluppo dell’embrione, l’impianto dell’embrione ed essere causa di aborti spontanei.

Gli effetti del fumo sull’alterazione dei parametri indicatori della qualità dello sperma sembrano dipendere dalla dose, vale a dire che tanto maggiore è il numero di sigarette fumate ogni giorno e tanto maggiore è il rischio di alterazione della qualità dello sperma. Il meccanismo biologico con cui il fumo determina il peggioramento dei parametri spermatici non è ancora ben chiaro, anche se sembra sia coinvolto un aumento dello stress ossidativo e quindi dei dannosi radicali liberi causato dalle molte sostanze tossiche presenti nel fumo stesso.

Va anche aggiunto il noto il rapporto tra fumo di sigaretta e problemi di disfunzione erettile: infatti maggiore è la quantità di sigarette fumate e maggiore è il rischio di andare incontro a problemi di erezione che possono incidere negativamente sulla sessualità e quindi sulla capacità riproduttiva del fumatore.

Il fumo contribuisce in modi diversi ai problemi di erezione, ma in particolar modo determina soprattutto vasospasmi a livello del pene e favorisce un aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico che rende difficoltosa la dilatazione dei vasi sanguigni necessaria all’inturgidimento del pene.

 

Impatto del fumo sulla fertilità femminile

Le donne fumatrici presentano un’incidenza più elevata d’infertilità e impiegano più tempo a concepire rispetto alle non fumatrici. Il fumo è dannoso per le ovaie ed accelera la naturale diminuzione del numero di ovociti che può anticipare la comparsa della menopausa. Le sostanze contenute nel fumo causano sia un’alterazione nella produzione degli ormoni sia una maggiore incidenza di anomalie nel patrimonio genetico (DNA) contenuto all’interno degli ovociti; in aggiunta, il fumo si associa ad un maggior rischio di aborti.

Le gestanti che fumano durante la gravidanza presentano un maggiore rischio di andare incontro a nascite premature e di partorire un bambino con basso peso alla nascita, così come un maggior rischio di anomalie del feto. Senza contare poi che le fumatrici producono meno latte e di più bassa qualità e i loro bimbi hanno un rischio più alto di infezioni respiratorie e di asma, rispetto alle non fumatrici. Come nell’uomo, anche nelle donne il danno biologico causato dal fumo è proporzionale al numero di sigarette fumate ogni giorno.

La riduzione della fertilità nelle donne fumatrici sembra essere dovuta all’interferenza delle sostanze tossiche contenute nel fumo con la maturazione degli ovociti. Alcuni dati della letteratura medica suggeriscono, inoltre, che anche il fumo passivo gioca un impatto sulla fertilità della donna solo lievemente minore rispetto al fumo attivo; pertanto, non solo il fumo attivo ma anche quello passivo va considerato come un fattore di rischio d’infertilità femminile.

Impatto del fumo sulla procreazione medicalmente assistita (PMA)

Il tasso di successo delle tecniche di PMA risulta notevolmente ridotto nelle donne fumatrici: difatti, rispetto alle non fumatrici, è necessario quasi il doppio dei cicli per ottenere una gravidanza.

Le donne fumatrici inoltre:

  • richiedono dosi maggiori dei farmaci utilizzati nella PMA per ottenere una corretta stimolazione ovarica;
  • producono un minor numero di ovociti;
  • devono sottoporsi ad un maggior numero di cicli di PMA in quanto presentano un più basso tasso di fertilizzazione dell’ovocita e di impianto dell’embrione;
  • presentano un più alto tasso di aborti.

Smettere di fumare almeno 2 anni prima di sottoporsi alle tecniche di PMA aumenta significativamente le probabilità di concepimento, sebbene vada precisato che le fumatrici di lungo termine potrebbero manifestare danni alla capacità riproduttiva ormai irreversibili.

 

Conclusioni

I risultati degli studi effettuati sui modelli sia animali che umani e pubblicati nell’ultimo decennio indicano che il tabagismo e l’esposizione alle sostanze tossiche presenti nel fumo hanno un effetto fortemente nocivo sulla fertilità umana, alterando negativamente la qualità e la quantità degli spermatozoi e degli ovociti; non è un caso, quindi, che il tasso di infertilità nei fumatori sia quasi il doppio rispetto ai soggetti non fumatori. Infine è importante sottolineare che gli studi umani suggeriscono che smettere di fumare può consentire di ritardare l’età della comparsa della menopausa e di migliorare potenzialmente la qualità degli ovociti e dello sperma. In sintesi, gli studi attualmente disponibili suggeriscono che gli uomini e le donne in età riproduttiva debbano essere fortemente incoraggiati a smettere di fumare, al fine di preservare la loro fertilità.

 

Dott. Maurizio Cignitti

Responsabile Centro Medicina della Riproduzione, OORR Ancona

 

 

Fonti

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