La ricerca mostra l’efficacia dell’inositolo nel ripristinare la corretta ovulazione e nel modulare gli effetti secondari della sindrome dell’ovaio policistico
Fino al momento in cui non cercano una gravidanza molte donne non sanno di essere affette dalla sindrome dell’ovaio policistico, che è la più comune causa d‘infertilità femminile correlata all’assenza di ovulazione. La sindrome dell’ovaio policistico si diagnostica quando si verifica un’assenza cronica di ovulazione associata a irregolarità del ciclo mestruale, elevato numero di ormoni androgeni, cisti in una o in entrambe le ovaie. Le cause che la determinano non sono ancora ben definite, c’è sicuramente da valutare una componente genetica come favorente lo sviluppo della PCOS.
Oggi ci si concentra molto sull’approccio terapeutico mirato al raggiungimento di una gravidanza e, tra le varie indicazioni, si suggerisce sempre più spesso l’integrazione nella dieta dell’inositolo (inositolo e fertilità) che pare essere una sostanza particolarmente promettente ner favorire la fertilità e priva di effetti collaterali. L’inositolo ripristina, infatti, l’ovulazione spontanea con conseguente aumento del tasso di gravidanza.
L’inositolo funziona nei disturbi correlati alla sindrome dell’ovaio policistico
In particolare, i molti studi effettuati, hanno dimostrato l’efficacia dell’inositolo nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico soprattutto per quanto riguarda i disturbi associati. Nello specifico, l’inositolo mostra benefici per la sindrome metabolica se abbinato a un corretto programma alimentare suggerito da un esperto, oltre ad avere effetti positivi nella riduzione dell’insulino-resistenza, spesso presente in pazienti con sindrome dell’ovaio policistico.