Durante le ultime decadi la sopravvivenza dei pazienti oncologici è molto aumentata. E’ sempre di più il numero di pazienti che hanno avuto una neoplasia in età infantile e/o che vengono colpiti da questa patologia in giovane età.
Sebbene la sopravvivenza rimanga l’obbiettivo primario vi è sempre un maggiore interesse rivolto qualità della vita dei pazienti, in particolare alla “preservazione della fertilità” dei pazienti che una volta guariti dalla patologia, a causa ad esempio di chemio e radioterapie potrebbero aver compromesso la loro fertilità, e non potendo quindi portare a compimento il loro desiderio di genitorialità.
L’oncofertilità è un nuovo approccio interdisciplinare (oncologi, ginecologi, urologi, esperti in medicina della riproduzione) che è nato e si è sviluppato per massimizzare il futuro riproduttivo dei pazienti oncologici offrendo loro diverse tecniche di preservazione della fertilità.
I centri in cui preservare la fertilità, in particolare nei pazienti oncologici, sono quelli presenti nel Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita, in particolare quello di II e III livello, infatti per legge questi centri debbono dotarsi di attrezzature adeguate per applicare le migliori tecniche di crioconservazione e scongelamento dei gameti e di crioconservazione degli embrioni.