L’adozione è davvero un’alternativa all’eterologa?

Il 9 aprile 2014 la Corte Costituzionale ha dato il via libera alla fecondazione eterologa in Italia, attraverso una modifica (sentenza 162) delle linee guida previste in materia di Pma: quando uno dei due partner è sterile, è possibile arrivare a una gravidanza attraverso l’utilizzo di un gamete, un ovulo o uno spermatozoo, di una terza persona, cioè il donatore.

L’accesso alla fecondazione eterologa è stata inserita dalle varie regioni nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e prevede per la coppia il pagamento di un ticket. Il permesso legislativo di accedere alla fecondazione eterologa apre un nuovo scenario emotivo per le coppie. Se fino a qualche anno fa, per una coppia impossibilita a procreare, la legge prevedeva come unico diritto alla genitorialità l’adozione e/o l’affidamento (Legge 149/2001), questo ampliamento di orizzonti sconvolge, in un certo senso, la psicologia della coppia sterile.

A questo punto dobbiamo chiederci: quali fasi emotive precedono la scelta del percorso da intraprendere?

Che differenze ci sono sul piano emotivo tra adottare un bambino oppure procreare un figlio attraverso fecondazione eterologa? L’adozione è davvero un’alternativa all’eterologa?

 

L’adozione è davvero un’alternativa all’eterologa se si ha “fretta” di avere un figlio?

Sempre più spesso capita di incontrare nei percorsi di Pma coppie che hanno avviato contemporaneamente anche le pratiche dell’adozione. Solitamente sono persone che, prese dalla fretta di avere un bambino, sottovalutano le differenze psicologiche che esistono tra adottare un bambino oppure procreare un figlio attraverso la fecondazione eterologa.

Il desiderio di un figlio si struttura attorno a un’assenza che confonde questo desiderio con l’urgenza del bisogno di superare l’isolamento per l’esclusione dal ciclo naturale nascita-procreazione-morte. Affiancare le coppie, nell’approfondire i vissuti e le motivazioni che sottostanno alla scelta da effettuare, è importantissimo per prevenire una serie di ripercussioni emotive negative che potrebbero nascere da una scelta frettolosa o addirittura sbagliata.

L’adozione è davvero un’alternativa all’eterologa? Fecondazione eterologa e adozione sono due strade con il medesimo obiettivo ma con vissuti psicologici correlati in parte simili e in parte molto diversi.

 

Cosa suscita in una coppia un bimbo generato altrove? L’adozione è davvero un’alternativa all’eterologa?

Adottare un figlio significa, in termini emotivi, rinunciare innanzitutto ad avere un figlio biologico a tutti i costi; rinunciare all’esperienza della gravidanza intesa come “avere una pancia” e rinunciare, molto spesso, a vivere l’esperienza di avere un figlio neonato. Desiderare un figlio generato altrove, che porta con sé un pezzo di storia non condivisa, suscita spesso nel genitore adottivo fantasie sui genitori biologici, sulla sua storia di origine che talvolta minacciano lo sviluppo del legame di appartenenza genitore-figlio.

In questo senso rimane aperta la domanda: l’adozione è davvero un’alternativa all’eterologa?

 

Dottoressa Petrozzi

Articoli correlati
Fertilità

Infertilità maschile: la terapia ormonale

Fertilità

Inositolo e fertilità

Fertilità

Le cattive abitudini che riducono la fertilità

Ricerca all’interno del sito