PMA e Covid-19: la riproduzione assistita ai tempi del coronavirus

PMA e Covid-19: come dovrebbe cambiare l’approccio alla riproduzione assistita ai tempi del coronavirus? Stiamo combattendo  una pandemia virale senza precedenti. L’ASRM (American Society for reproductive medicine) ha, a questo proposito, fornito a questo proposito precise raccomandazioni. Queste hanno come obiettivo la tutela della salute e della sicurezza dei pazienti, così come del personale. Si tratta di una guida che affronta una lacuna nelle attuali linee guida che riguardano la COVID-19, che menzionano solo indirettamente l’infertilità e il suo trattamento. Le coppie che stanno sottoponendosi a terapie di PMA non devono dunque sorprendersi se il loro centro di riferimento decide di assumere precauzioni anche importanti, è per il bene comune. Va sottolineato che la Società scientifica rivaluterà regolarmente queste raccomandazioni, con la speranza di riprendere al più presto l’inizio di un’assistenza completa per la fertilità.

 

PMA e Covid-19: le raccomandazioni durante l’epidemia di coronavirus

Le raccomandazioni generali valgono sempre. Quindi prima tra tutte, è valida l’indicazione ad attuare ogni necessaria azione per mitigare il rischio e per mantenere il distanziamento sociale. Anche i viaggi non essenziali, soprattutto nelle zone ad alto impatto, dovrebbero essere evitati quando possibile. La gestione attiva dei pazienti deve dunque seguire queste indicazioni.

In particolare, si consiglia di:

  1. Sospendere l’inizio di nuovi cicli di trattamento, compresa l’induzione dell’ovulazione, le inseminazioni intrauterine (IUI), la fecondazione in vitro (FIV), compresi i prelievi e i trasferimenti di embrioni congelati, nonché la crioconservazione dei gameti non urgenti.
  2. Prendere fortemente in considerazione l’annullamento di tutti i trasferimenti di embrioni, sia freschi che congelati. Al momento, infatti, vi è una scarsità di dati relativi all’impatto e al rischio potenziale di COVID-19 sulla gravidanza, sul feto e sul benessere del bambino. I cicli di donazione diretta di ovociti, in cui la donatrice ha iniziato la stimolazione ovarica, possono essere continuati e gli embrioni devono essere crioconservati per un uso futuro.
  3. Continuare a prendersi cura dei pazienti che sono attualmente “in ciclo” o che richiedono una stimolazione e una crioconservazione urgenti.
  4. Sospendete gli interventi chirurgici elettivi e le procedure diagnostiche non urgenti.
  5. Ridurre al minimo le interazioni interpersonali e aumentare l’utilizzo della telesalute.

Infine, si consiglia di non sottoporre le pazienti con COVID-19 attivo a un trattamento di fertilità, a meno che non richiedano un’urgente conservazione della fertilità.

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