Gli italiani sono ancora poco informati sulle tecniche di Pma. Intanto si attende la decisione della Corte Costituzionale rispetto al divieto di donazione alla ricerca degli embrioni congelati e non utilizzati, che frena gli studi su malattie come Parkinson e Alzheimer
La rilevazione più recente è del 2013: i nuovi nati di quell’anno sono 514.308. Tra loro, il 2,4% è venuto al mondo grazie alle tecniche di Pma: significa oltre 12mila neonati. Nonostante i numeri, gli italiani non risultano così ben informati rispetto alle tecniche di Pma. Una recente indagine Swg ha infatti evidenziato che, di mille persone intervistate, ben il 72% dichiara di aver sentito parlare delle tecniche di Pma, ma di non avere cercato alcuna informazione più specifica o approfondita.
Altri dati dell’indagine Swg sulle tecniche di Pma
C’è molta disomogeneità anche nelle risposte date all’indagine Swg rispetto a valutazioni etiche o di opportunità. Le tecniche di Pma sono riconosciute come un oggettivo progresso della scienza e un’opportunità da più di 8 intervistati su 10, ma è molto forte la quota di italiani che ritiene ancora difficile nel nostro Paese, da parte di una coppia con problemi di fertilità, decidere di seguire un percorso di Pma. I dubbi di tipo sociale (famiglia, ambiente) ed etico sono espressi soprattutto dagli intervistati delle Regioni del Sud, seguiti da quelli del Nord. Le Regioni dove si esprimono meno perplessità, sociali ed etiche, nei confronti delle tecniche di Pma, sono quelle del Centro.
La Corte Costituzionale e la donazione alla ricerca degli embrioni
Intanto, si attende che la Corte Costituzionale si pronunci definitivamente sulla controversa questione della possibilità di condurre ricerche su embrioni congelati e non utilizzati. La decisione della Corte Costituzionale dovrà ratificare, o meno, la decisione della Corte Europea dei Diritti Umani, che ha negato ad Adelina Parrillo, vedova di un caduto di Nassirya, la possibilità di donare alla ricerca gli embrioni congelati prima della scomparsa del compagno, di fatto confermando il divieto ancora presente nella Legge 40/2004.
Il dibattito è molto acceso. Il Ministro Lorenzin si rimette al giudizio prossimo venturo della Corte Costituzionale. Dal canto loro, ricercatori di livello mondiale, tra cui il genetista Edoardo Boncinelli, sottolineano come il rallentamento che questo divieto impone non solo alla ricerca condotta in Italia, ma anche alla ricerca condotta in collaborazione europea e internazionale, su malattie importanti per le quali non ci sono terapie risolutive, prime tra