Qual è il ruolo del biologo nell’equipe di un centro per la PMA, sia nel cooperare nella scelta dell’opzione più adatta alla singola coppia , sia nell’indirizzare e monitorare materiali e metodi di conduzione delle diverse opzioni?
Indubbiamente le tecniche di PMA implicano un notevole impegno da parte dell’embriologo, in termini di tempo e responsabilità.
Già in fase di diagnosi, sono lo studio e la valutazione del campione seminale da parte del Biologo a fornire, al Medico Ginecologo, uno strumento essenziale nella scelta della tecnica più idonea alla coppia.
Com’è intuibile, l’impegno maggiore riguarda la fase “extracorporea” delle tecniche di II e III livello. È opportuno puntualizzare che il ruolo dell’embriologo non sta solo nella corretta esecuzione delle procedure, ma anche nella gestione e nell’organizzazione del Laboratorio: un compito che richiede vigilanza costante e attenzione a ogni minimo dettaglio.
L’embriologo infatti è responsabile dell’allestimento delle colture cellulari, con la selezione accurata di materiali e sostanze che, ricordiamo, devono entrare in contatto diretto con gameti ed embrioni.
In fase diagnostica, lo studio e la valutazione del campione seminale indicano il tipo di tecnica d’inseminazione più consono. Attenzione, però: può accadere che, il giorno previsto per l’esecuzione della procedura, il campione seminale presenti parametri non adeguati a una FIVET. Che cosa significa? Che è comunque l’embriologo a doversi assumere la responsabilità di scegliere la tecnica migliore per garantire il risultato, anche se la legge prevede un ricorso graduale alle tecniche. Occorre perciò una valutazione attenta di pro e contro e un dialogo costante e costruttivo con il clinico e la coppia. La scelta infatti non dipenderà esclusivamente dalla qualità del campione seminale.
Vengono valutati, infatti, anche il numero di tentativi già effettuati dalla coppia e, fattore importantissimo, l’età della paziente in relazione alla sua riserva ovarica.