Le coppie, per potere accedere alle metodiche di fecondazione eterologa, devono essere costituite da coniugi o conviventi di sesso diverso, maggiorenni, in età potenzialmente fertile, e comunque in buona salute per affrontare una gravidanza, entrambi viventi (articolo 5, legge 40 /2004).
Le indicazioni cliniche alla fecondazione eterologa nella donna sono:
- l’ipogonadismo ipergonadotropo (alterazione della funzionalità ovarica caratterizzata da livelli alti di ormoni endogeni FSH)
- avanzata età riproduttiva in età potenzialmente fertile
- ridotta riserva ovarica dopo fallimento di fecondazione omologa
- significativo difetto genetico o storia familiare di una condizione per la quale lo stato di portatore non può essere determinato
- ovociti e/o embrioni di scarsa qualità o ripetuti tentativi di concepimento falliti tramite tecniche di PMA
- donne con infertilità iatrogena (cioè secondaria a terapie chirurgiche o farmacologiche).
Per potere accedere alle metodiche di procreazione eterologhe, il partner maschile invece deve essere affetto da:
- azoospermia e oligoastenoteratozoospermia severa
- disfunzione eiaculatoria incurabile
- significativo difetto genetico o storia familiare di una condizione per la quale lo stato di portatore non può essere determinato
- infezione sessualmente trasmissibile che non può essere eliminata
- fattore iatrogeno di infertilità
- partner femminile Rh-negativo e gravemente isoimmunizzato e partner maschile Rh-positivo
- mancata fertilizzazione dopo ICSI.
Dott. Alessandro Giuffrida