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Alcol e gravidanza sono nemici. Almeno sei mesi senza alcol prima del concepimento per gli uomini e un anno per le donne: è quanto consigliano agli aspiranti genitori gli studiosi di una ricerca pubblicata sulla European Journal of Preventive Cardiology, una rivista della Società Europea di Cardiologia (ESC). L’obiettivo è la protezione da difetti cardiaci congeniti.

Questa nuova ricerca ha analizzato ben 55 studi, che raccoglievano i dati di quasi 42mila bambini con cardiopatia congenita e di quasi 300mila senza.

Rispetto agli astemi, i futuri genitori che bevono alcolici nei tre mesi prima della gravidanza (e durante il primo trimestre per le madri) vedono il rischio di malattie cardiache congenite aumentato del 44% nei padri e del 16% per le madri. Tale rischio sale al 52% negli uomini nel caso di binge drinking, cioè del consumo di almeno 5 drink in una sola “serata”.

Il binge drinking dunque, in chi desidera diventare genitore, è un comportamento ad alto rischio e pericoloso per la sua salute, oltre che per quella del nascituro, che corre un maggior rischio di nascere con un difetto cardiaco.

 

Le conseguenze del consumo di alcol sul nascituro

L’alcol in gravidanza rappresenta un noto teratogeno. Il suo consumo in gravidanza, e i correlati difetti alla nascita, sono ritenuti uno dei maggiori problemi di sanità pubblica nella maggior parte dei Paesi del mondo. Questa sostanza, si legge su Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, è un fattore di rischio di successivi problemi mentali del nascituro, anche a dosi inferiori a un bicchiere alla settimana. Il consumo moderato (1-2 bicchieri al giorno), può portare a disturbi dell’attenzione e del comportamento nell’infanzia. Ad alte dosi ripetitive vi è la probabilità del 6-10% che il feto sviluppi la sindrome feto-alcolica. Il disturbo fetale dello spettro alcolico (FASD) comprende una serie di manifestazioni cliniche che possono comparire in persone che sono state esposte all’alcol durante la gestazione della madre.

Circa un bambino su quattro con FASD ha una cardiopatia congenita, indicando che anche l’alcol potrebbe essere coinvolto in questi disturbi. In particolare, rispetto a quanto avviene per gli astemi, il consumo materno di alcol è correlato a un rischio maggiore del 20% di una combinazione di quattro anomalie nella struttura del cuore, chiamata tetralogia di Fallot.

Va sottolineato che le malattie cardiache congenite sono tra i difetti di nascita più comuni. Queste condizioni sono la principale causa di morte perinatale. Inoltre, possono aumentare la probabilità di malattie cardiovascolari pure in età avanzata, anche dopo un trattamento chirurgico.

 

I consigli pratici

Le coppie che stanno provando ad avere un bambino dovrebbero limitare fortemente l’alcol.

In particolare, gli uomini non dovrebbero consumarlo per almeno sei mesi prima del concepimento, mentre le donne dovrebbero smettere di bere un anno prima ed evitarlo durante la gravidanza. Inoltre, i ricercatori hanno osservato un graduale aumento del rischio di malattie cardiache congenite con l’aumento del consumo di alcol da parte dei genitori.