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La fertilità della donna è un bene prezioso e temporaneo, che va conosciuto e tutelato.

Ogni donna nasce con un numero limitato di follicoli (strutture che contengono gli ovociti), che diminuisce ad ogni ciclo mestruale e si riduce progressivamente fino ad esaurirsi del tutto con la menopausa. Alla nascita le ovaie contengono fino a 1-2 milioni di follicoli, alla pubertà ne rimangono circa 500.000 e di questi solo 500 matureranno fino allo stato di ovuli durante la vita di una donna.

Questo significa che la fertilità di una donna è strettamente legata all’età: risulta massima tra i 20 e i 30 anni, subisce poi un calo graduale intorno ai 32 anni e un rapido declino dopo i 37. Inoltre, con il passare del tempo diminuisce anche la qualità degli ovociti, con un aumento percentuale delle alterazioni cromosomiche.

Il ricorso alla PMA

L’aumento dell’età in cui si decide di avere un figlio e quindi l’aumento del rischio di infertilità, hanno portato negli ultimi anni a un ampio ricorso da parte delle coppie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Da quanto emerge dall’ultimo rapporto CeDAP – Analisi dell’evento nascita – Anno 2019 redatto dal Ministero della Salute, 3,06 gravidanze ogni 100 sono frutto della PMA.

Le domande delle pazienti

L’informazione e la prevenzione sono fondamentali in tema di fertilità. Le donne con difficoltà di concepimento spesso arrivano dal ginecologo con ancora molti dubbi e domande.

Ne abbiamo parlato con il Dottor Carlo Torrisi, ginecologo, Responsabile clinico e Direttore Sanitario del C.R.I. (Centro di Riproduzione e Infertilità) di Catania.

 

La regolarità del ciclo è sempre un segno che l’ovulazione è avvenuta?

 

Che significato hanno i dosaggi dell’ormone follicolo-stimolante (FSH) e dell’ormone antimulleriano (AMH)?

 

A che età diminuisce la fertilità di una donna?

 

La fertilità di una donna si può migliorare? E se sì in che modo?

 

Il fumo altera la fertilità nella coppia?

 

Perché dimagrire serve ad aumentare la fertilità?