Dopo 10 anni dall’entrata in vigore della Legge 40, sono nati in Italia i primi due bambini con la fecondazione assistita eterologa.
Dopo 15 anni di tentativi, una donna di 47 anni è riuscita a diventare madre grazie alla donazione di ovociti di una donatrice.
La notizia è stata data dal ginecologo Pasquale Bilotta della clinica Alma Res Fertility in cui sono nati i bambini. Ed è potuto avvenire solo grazie alla sentenza dell’anno scorso che ha reso possibile questa tecnica.
“La fertilità della donna era risultata del tutto compromessa oltre che dall’età, anche da una riserva ovarica (produzione di ovociti) drasticamente ed irrimediabilmente danneggiata da una patologia a carico delle ovaie, l’endometriosi, responsabile del 45% dei casi di infertilità femminile“, spiega il ginecologo che ha seguito la coppia.
Per la fecondazione eterologa è stato usato il seme del marito mentre per scegliere la donatrice sono state verificate alcune compatibilità come il gruppo del sangue o per caratteristiche come il colore degli occhi, dei capelli, etc. Dopo la fecondazione, i due embrioni sono stati fatti sviluppare fino al quinto giorno in un incubatore per poi essere trasferiti nell’utero della madre.
Il parto è avvenuto alla trentaseiesima settimana mediante taglio cesareo e, come ha spiegato Bilotta, “i bambini e la mamma sono in perfetta salute”.
“Ottima la notizia di queste prime nascite da fecondazione eterologa. Già con loro, lo scorso luglio, condividemmo la gioia dei primi test positivi di gravidanza“. Così Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni: “Mi auguro – aggiunge Gallo – che su questa bella notizia non si scatenino sterili polemiche, ma tutti esprimano gioia per la nascita di questi gemelli. Ricordo quanto ha scritto la Consulta nella sentenza di cancellazione del divieto di fecondazione eterologa dello scorso aprile: Deve anzitutto essere ribadito che la scelta di tale coppia diventare genitori e di formare una famiglia che abbia anche dei figli costituisce espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi, libertà che, come questa Corte ha affermato, sia pure ad altri fini ed in un ambito diverso, è riconducibile agli articoli 2, 3 e 31 della Costituzione”.
Questa decisione “ha significato: libertà, rispetto della Costituzione, nuova vita. Tutte questioni inoppugnabili, che tutti dovrebbero plaudire ed incentivare. Pertanto mi auguro che quanto prima siano rimossi tutti gli ostacoli per le donazioni e l’accesso alle tecniche nel pubblico e che il Parlamento cancelli gli ultimi divieti”, conclude Gallo.
Sottoposta a referendum, la legge 40 è stata “smontata” pezzo per pezzo nelle aule di tribunale, per ben 33 volte passando dalla Corte Costituzionale fino alla Corte Europea dei Diritti di Strasburgo.
Ad Aprile un’ulteriore novità è attesa: la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sul divieto di diagnosi preimpianto per le coppie fertili con patologie genetiche trasmissibili ai figli.