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L’invecchiamento in un uomo influisce sulla qualità del liquido seminale?

Non c’è una prova inconfutabile che l’avanzare dell’età dell’uomo possa portare alla sterilità, cosa che invece è ben nota e assodata per le donne. Resta comunque vero che la presenza di altre malattie che si presentano durante l’invecchiamento possano in qualche modo influenzare i parametri del liquido seminale: pare infatti che si verifichi una diminuzione del volume spermatico ed un’alterazione della concentrazione  degli spermatozoi.

 

L’utilizzo di farmaci influisce sulla qualità del liquido seminale?

L’utilizzo di farmaci prima dell’esame del liquido seminale può influenzare il risultato dello spermiogramma. Alcune categorie di medicinali, infatti, fungono da inibitori della spermatogenesi, ovvero il processo di maturazione delle cellule germinali maschili, alterando i risultati dell’analisi. Le terapie di lunga durata con Antibiotici, Cortisone, Ranitidina (utilizzata nei farmaci per il reflusso gastroesofageo e l’ulcera gastrica) Acido Acetilsalicilico (Aspirina) devono essere segnalate e si consiglia di ripetere l’esame a distanza di tempo (2/3 mesi).

 

Dovendosi sottoporre ad un trattamento chemioterapico, cosa è consigliabile fare?

I chemioterapici possono avere effetti mutageni sul materiale genetico (DNA) degli spermatozoi e pertanto è consigliabile effettuare delle raccolte di liquido seminale prima di sottoporsi alla chemioterapia: i campione verranno crioconservati, in attesa di poterli eventualmente utilizzare.

 

Le preoccupazioni del lavoro, della situazione familiare e di tutto il percorso che si affronta per cercare di avere un figlio incidono sul liquido seminale?

Lo stress viene definito “il male del secolo”, ed il percorso della Procreazione Assistita è una via tortuosa che senza dubbio aggiunge stress a quello che già normalmente una persona deve affrontare durante la vita. Spesso il partner maschile non estranea le sue preoccupazioni, mostrandosi apparentemente calmo e quasi distaccato. Non è così: lo stress c’è ed alterazioni, anche evidenti, dei parametri del liquido seminale possono esserne la prova. Concentrazione, motilità sono i primi che ne risentono. La maggior parte dei Centri di PMA per questo motivo fornisce un adeguato supporto psicologico, con esperti del settore, che permetta anche al partner maschile di affrontare al meglio la propria situazione.

Dott.ssa Zicchina

Cos’è lo spermiogramma?

In una coppia che inizia il percorso della Procreazione Medicalmente Assistita, lo stato di salute del partner maschile è di fondamentale importanza. Così come la donna, l’uomo deve sottoporsi a diversi esami ormonali, infettivo-sierologici, genetici preliminari ai trattamenti, utili ad avere il quadro della sua salute il più possibile completo. L’esame per eccellenza che deve essere svolto prima di qualsiasi trattamento di Procreazione Assistita è lo spermiogramma.

Lo spermiogramma consiste nell’analisi in laboratorio del liquido seminale: rappresenta l’indagine per definire la potenzialità fecondante del partner maschile e per scegliere quindi il trattamento più idoneo per una coppia che affronterà il percorso della Procreazione Assistita.

Lo spermiogramma inoltre, è fondamentale per valutare lo stato di salute del maschio e di conseguenza rilevare l’eventuale presenza di patologie andrologiche.

Spesso sorgono nell’uomo domande, dubbi e conseguenti preoccupazioni che non aiutano né lui né la coppia ad affrontare al meglio la procreazione assistita. Il consiglio che viene dato è quello di comunicare le proprie perplessità e di non temere di chiedere informazioni agli operatori dei Centri. Ogni comunicazione in più infatti sul proprio stato di salute, data prima dell’analisi del liquido seminale, risulta essere importante nella valutazione del campione stesso. Seguono alcune delle domande più frequenti.

Come avviene la raccolta del liquido seminale?

Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale di Sanità consigliano prima della raccolta, un periodo di astinenza dalla produzione di liquido seminale compreso tra i 2 e i 7 giorni. Il paziente raccoglie il campione di liquido seminale per masturbazione in un contenitore sterile, fornito dal Centro il giorno della raccolta. Il contenitore è opportunamente contrassegnato con il cognome, il nome del paziente e della partner ed il codice univoco di coppia. Può in alcuni casi essere indicato solo il nome ed il cognome del paziente. Spesso viene raccomandata una detersione dei genitali prima della raccolta, da effettuare o presso la propria abitazione o presso il Centro stesso che procede a fornire al paziente un detergente apposito. Questa procedura serve per ridurre la carica batterica presente nel campione. La raccolta deve avvenire presso stanze apposite all’interno del Centro di procreazione assistita per motivi medico-legali, ma è comunque possibile raccogliere il liquido seminale fuori sede nel caso in cui il paziente fosse impossibilitato a farlo presso il Centro. In questo caso è necessario compilare una certificazione attestante la proprietà del campione di liquido seminale consegnato.

Cosa si intende per astinenza sessuale e cosa succede se non ne vengono rispettati i giorni consigliati?

Per astinenza sessuale si indica qualsiasi tipo di eiaculazione, sia per rapporto ma anche per masturbazione o spontanea. La corretta esecuzione dello spermiogramma prevede una astinenza da eiaculazioni compresa tra 2 e 7 giorni. Un’astinenza inferiore può diminuire la concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale ed un’astinenza superiore può aumentare la percentuale di spermatozoi immobili. Un liquido seminale ottenuto dunque in un periodo diverso da quello consigliato, potrebbe avere delle caratteristiche alterate per cui la risposta dello spermiogramma può non essere attendibile e veritiera dello stato di fertilità del paziente. Nel caso di un esame effettuato a scopo diagnostico, ovvero non in corso di una stimolazione ovarica della partner, si consiglia, dopo aver avvisato gli operatori del Centro, di ripetere l’esame una seconda volta a distanza di almeno 3 mesi. Nel caso di un esame effettuato per un trattamento in corso di procreazione assistita, si consiglia ugualmente di comunicare l’esatta astinenza agli operatori che ne prenderanno atto e lo indicheranno nella cartella clinica della coppia.

Come viene analizzato il liquido seminale?

Il liquido seminale viene analizzato in base a dei parametri: quelli macroscopici che consistono nella misurazione del volume, del pH, dell’aspetto, della fluidificazione e della viscosità del liquido seminale; quelli microscopici che valutano la concentrazione, la motilità e la morfologia degli spermatozoi, la presenza o meno di leucociti, delle cellule della linea germinativa, delle cellule epiteliali, dei globuli rossi e delle zone di agglutinazione.

Esistono altri test di valutazione del liquido seminale?

Possono essere effettuati test di approfondimento sul campione di liquido seminale: il test di vitalità (Eosina test) per stimare la vitalità degli spermatozoi, il test di rigonfiamento osmotico (Swelling test) per verificare l’integrità della membrana degli spermatozoi, il MAR test o Immunobead test per valutare la presenza di anticorpi antispermatozoo, il test della frammentazione spermatica per valutare la presenza di eventuali danni al DNA degli spermatozoi.

Quali sono i valori dei parametri analizzati che dovrebbe avere il campione di liquido seminale per essere definito normale?

Si definisce normale, ovvero normospermico un campione di liquido seminale i cui parametri  presentano i seguenti valori:

  • volume ≥ 5 ml
  • pH ≥ 2
  • Fluidificazione completa , viscosità assente, aspetto grigio opalescente
  • Concentrazione di spermatozoi ≥ 15 mil/ml
  • Numero totale di spermatozoi ≥ 39 mil/ml
  • Motilità progressiva (%): ≥ 32%
  • Morfologia (%): ≥ 4% di forme normali

Qual è la composizione del liquido seminale?

Il liquido seminale è composto da una sospensione di cellule e dal plasma seminale, secrezione che deriva dalla prostata, dalle vescichette seminali e dalle ghiandole bulbo-uretrali.

Le cellule presenti nel liquido seminale sono:

  • Gli spermatozoi;
  • Le cellule della spermatogenesi;
  • Le cellule epiteliali, corpuscoli prostatici, eventuali cristalli, batteri e leucociti.

Nel plasma seminale sono presenti le seguenti sostanze:

Acido ascorbico, Acido citrico, Acido desossiribonucleico, Acido lattico, Acido piruvico, Acido urico, Antigeni, Azoto, Calcio, Cloro, Colesterolo, Colina, Creatina, Fosfatidiletanoloammina Binding Protein, Fosfolipasi Czeta1, Fosforo, Fruttosio, Galuronidasi, Glutatione, Inositolo, Magnesio, Pirimidina, Potassio, Prostaglandine, Proteina Antisecretoria AF1, Purina,Sodio, Sorbitolo, Spermidine, Spermina, Urea, Vitamina B12, Zinco.

Cosa può interferire negativamente sul risultato dello spermiogramma?

Possono presentarsi delle variabili che interferiscono con la corretta interpretazione dei risultati dello spermiogramma:

  • una sede della raccolta del liquido seminale diversa da quella dell’analisi può portare a possibili contaminazioni batteriche ed esporre a shock termico il liquido seminale danneggiandolo;
  • la presenza nei tre mesi precedenti l’esame di febbre, di terapie farmacologiche o di eventi stressanti, può influenzare negativamente e transitoriamente i risultati dell’esame;
  • un periodo di astinenza troppo breve (inferiore ai 2 giorni) può causare una riduzione del volume dell’eiaculato e del numero di spermatozoi ed a volte la presenza di leucociti e/o globuli rossi, segno di infiammazione;
  • un periodo di astinenza troppo lungo (superiore ai 7 giorni) può alterare la morfologia e la motilità degli spermatozoi.

Non da ultimo si deve sapere che esiste un’ampia e fisiologica variabilità intra-individuale dei valori dei parametri analizzati con lo spermiogramma: questi valori infatti oscillano da una raccolta all’altra nello stesso individuo.

Dott.ssa Zicchina 

Per aumentare le possibilità di concepimento occorre creare un’alleanza vincente tra fertilità maschile e alimentazione sana

Fertilità maschile e alimentazione sana sono strettamente correlate: seguendo una dieta equilibrata e bilanciata nell’uomo aumentano le possibilità di concepimento maschile soprattutto in quegli uomini che hanno manifestato qualche problema di fertilità.

Lo dimostrano i risultati di uno studio pubblicato da poco sulla rivista scientifica Fertility and Sterility condotto dall’Erasmus University Medical Centre di Rotterdam in Olanda su 129 uomini, in media di 35 anni, in attesa di un figlio. L’obiettivo della ricerca era studiare le associazioni tra abitudini alimentari e qualità del liquido seminale.

I ricercatori hanno indagato le qualità dello sperma valutando i seguenti parametri: volume, motilità, concentrazione e numero totale degli spermatozoi. Ovviamente si è tenuta in considerazione quale fosse l’alimentazione di questi uomini in fase di concepimento.

 

I risultati dello studio: fertilità maschile e alimentazione sana sono un’accoppiata vincente

Gli esiti dello studio hanno mostrato che gli uomini che seguivano una dieta sana e equilibrata avevano un livello di sperma qualitativamente più elevato, soprattutto se confrontati con soggetti che avevano un’alimentazione sbilanciata.

Questi risultati hanno dato prova di come fertilità maschile e alimentazione sana siano legate a doppio filo: seguendo un modello alimentare sano, infatti, crescono le possibilità di concepimento.

In più, mangiando bene si può prevenire il rischio per le coppie di incorrere in problemi di fertilità, condizione sempre più diffusa oggi e spesso legata all’uomo.

Il cancro e le terapie messe in atto per combatterlo la radioterapia ed alcuni farmaci chemioterapici (ad esempio gli agenti alchilanti) compromettono la fertilità dei pazienti danneggiando in modo a volte irreversibile le cellule della linea germinali.
La riduzione del numero degli spermatozoi insorge nei primi 6 mesi dall’inizio della chemioterapia ed il periodo di recupero con il miglioramento del liquido seminale può necessitare anche fino a cinque anni, in funzione del numero di cellule germinali residue.
Pertanto quando la malattia colpisce bambini e giovani uomini che ancora non hanno terminato il desiderio di prole bisogna mettere in atto la giusta strategia per preservare la fertilità del paziente.

Esistono attualmente diverse alternative per preservare la fertilità di un uomo:
Criopreservazione del seme
Congelamento biopsia testicolare e successivo reimpianto cellule germinali o coltura in vitro (in futuro) degli spermatozoi
Schermatura gonadica durante radioterapia

Il tipo di strategia per preservare la fertilità viene pianificato in base a diversi fattori come l’età, il tipo di neoplasia e la conseguente terapia proposta ed il tempo a disposizione prima di iniziare la chemioterapia.

Criopreservazione degli spermatozoi

Fecondazione assistita, ICSILa metodica più semplice e più comune per preservare la fertilità nei maschi è il congelamento del liquido seminale raccolto con masturbazione prima di iniziare la chemio o la radioterapia. Sebbene sia una tecnica molto semplice spesso è sottoutilizzata sia per una scarsa attenzione del medico sia per scarsa adesione dei pazienti.
Gli spermatozoi congelati verranno riutilizzati, qualora necessario, all’interno di programmi di fecondazione assistita (ICSI).
Grazie ai miglioramenti tecnologici della fecondazione in vitro sono necessari pochi spermatozoi per fecondare un ovocita quindi possono essere criopreservati anche campioni seminali contenenti pochi spermatozoi.
E’ fortemente raccomandato che il prelievo del seminale venga effettuato prima dell’inizio delle terapie antitumorali in quanto la qualità del campione e l’integrità del DNA degli spermatozoi possono essere compromessi anche dopo un solo ciclo di trattamento.
A differenza di quanto succede nella donna, nell’uomo la preservazione dei gameti, se adeguatamente programmata, non comporta alcun ritardo nell’inizio del trattamento antitumorale. Il numero di raccolte necessarie per garantire un adeguato stoccaggio dipende dalla qualità del liquido seminale ma è opportuno prevedere più raccolte, pertanto l’invio del paziente ai centri specializzati deve essere tempestiva.

Negli uomini azoospermici (privi di spermatozoi nell’eiaculato) è possibile effettuare un prelievo chirurgico di spermatozoi dai testicoli chiamato TESE (testicular sperm extraction): una tecnica che è efficace solo nel 50% dei casi e che richiede una collaborazione stretta tra urologo e biologo della riproduzione.

Criopreservazione di biopsia testicolare

Organi genitali maschiliLa criopreservazione di biopsia testicolare è una metodica sperimentale che consiste nel congelamento di tessuti testicolare o cellule della linea germinale con un successivo reimpianto dopo il trattamento antitumorale o la maturazione in vitro. E una tecnica che potrebbe essere proposta anche ai bambini prepubere, che non hanno ancora iniziato la produzione di spermatozoi, ovvero prima dell’inizio della spermatogenesi: la loro produzione infatti inizia durante la pubertà (dopo i 15 anni) pertanto il congelamento del liquido seminale non è una strategia utilizzabile nei bambini pre-pubere. In questi pazienti è possibile eseguire e successivamente congelare una biopsia testicolare contenente cellule della linea germinale testicolare.
Le cellule germinali possono essere reintrodotte nel testicolo del paziente, una volta guarito dalla neoplasia, sperando in una ripresa della spermatogenesi spontanea. L’efficacia di questa tecnica è bassa ed attualmente è considerata una terapia sperimentale, necessita infatti di ulteriori studi e strategie per poter essere validata.
Alcuni studi sugli animali stanno cercando di far maturare “in vitro” gli spermatozoi che derivano da una biopsia testicolare. Tali spermatozoi potranno essere utilizzati per fecondare l’ovocita in vitro (ICSI). Con questa metodica si ridurrebbe a zero il rischio di reintrodurre nel paziente eventuali cellule tumorali raccolte durante la fase di biopsia.
Servono però ancora studi e progressi tecnologici per poter utilizzare questa tecnica

Schermatura gonadica durante radioterapia

Paziente in redioterapiaLa schermatura delle gonadi durante la radioterapia può essere utile, ma solo per campi selezionati di irradiazione.
Inoltre da uno studio del 2011, risulta che potrebbe avere delle problematiche rilevanti nei pazienti pediatrici a causa della difficoltà nella precisa collocazione della schermatura. Secondo l’analisi di ricercatori della University Medical Center di Masstricht su più di 700 bambini, l’anatomia ossea finisce spesso per essere mascherata, in particolare per le femmine. Il rischio è quindi di dover ripetere spesso gli esami, riducendo il potere di protezione.
In teoria per i bambini, la schermatura deve coprire interamente le gonadi mentre altre parti del bacino rimangono scoperte. Per le bambine invece la parte centrale del bacino dovrebbero essere coperte senza però mascherare le ossa pelviche. Tuttavia, un ampio studio ha dimostrato che le ovaie sono spesso situate più esternamente alla schermatura e quindi non coperti.

Leggi a chi rivolgersi per preservare la fertilità.

Articolo realizzato con il contributo scientifico della Dott.ssa Paola Persico – Medico chirurgo specialista in Ostetricia e Ginecologia.