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All’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino nasce “Mamme Oltre il tumore”,
il primo servizio ambulatoriale per pazienti oncologiche in cerca di un bimbo

 

Il primo servizio ambulatoriale per pazienti oncologiche che vogliono avere l’opportunità di diventare mamme si chiama “Mamme oltre il tumore” ed è un’iniziativa voluta dall’ospedale Sant’Anna “Città della Salute e della Scienza” di Torino lanciata qualche giorno fa in occasione della Giornata nazionale della salute della donna.

Il servizio sarà gestito dall’équipe, di Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria dell’ospedale Sant’Anna della “Città della Salute e della Scienza” di Torino, diretta dalla professoressa Chiara Benedetto.

 

A chi si rivolge il servizio “Mamme oltre il tumore

“Mamme oltre il tumore” è un servizio dedicato a donne di età inferiore ai 40 anni, affette da tumore, che vogliano conservare la propria fertilità prima di sottoporsi a terapie oncologiche che potrebbero danneggiare seriamente la loro fecondità. Inoltre, il servizio è rivolto anche a tutte quelle donne che, una volta guarite dalla malattia tumorale, desiderino intraprendere l’avventura della gravidanza.

 

Che tipo di servizio è “Mamme oltre il tumore

“Mamme oltre il tumore” sarà un vero e proprio percorso diagnostico/terapeutico suggerito alle giovani pazienti affette da tumori, con un’attenzione particolare a come riuscire a preservare la fertilità anche grazie all’approccio superspecialistico integrato del “Gruppo Multidisciplinare Cure” composto da medici, psicologi e biotecnologi.

-Tutto ciò fa parte del processo di umanizzazione e di personalizzazione delle cure su cui il Sant’Anna si sta impegnando da tempo per rispondere al meglio alle esigenze delle donne e delle coppie. Inoltre, l’ospedale Sant’Anna aderisce ad una Rete Collaborativa Europea che promuove progetti clinico-assistenziali relativi a donne che hanno una gravidanza sia dopo un trattamento oncologico che in corso del trattamento stesso, con monitoraggio dei nati da madri esposte durante la gravidanza a trattamenti chemioterapici- ha commentato la dottoressa Grace Rabacchi, direttore sanitario del Presidio ospedaliero Sant’ Anna.

 

Informazioni pratiche per accedere al servizio “Mamme oltre il tumore”

Le pazienti potranno accedere a questo servizio, che è offerto da tutti i centri della rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, telefonando allo 011.3134576 nei giorni feriali, dalle ore 11 alle ore 12.30 e dalle ore 14 alle ore 15, a partire dal 2 maggio.

L’incidenza delle neoplasie maligne raggiunge il picco massimo dopo i 50 anni d’età. Tuttavia ogni anno il tumore maligno viene diagnosticato a molti pazienti giovani ed in età riproduttiva.
Il cancro e le terapie messe in atto per combatterlo compromettono la fertilità dei pazienti, danneggiando in modo a volte irreversibile le cellule della linea germinale.

Grazie alla prevenzione, alla diagnosi precoce ed alla ricerca la sopravvivenza a lungo termine di questi pazienti è migliorata moltissimo ed un’attenzione sempre crescente deve essere posta sulla qualità di vita di coloro che hanno sconfitto questa malattia.

Per questo è importante prevedere il problema della preservazione delle fertilità nelle primissime fasi del percorso oncologico: si stima che il 30-50% delle donne giovani affette da neoplasia non venga correttamente informata ed indirizzata prima di iniziare la chemioterapia.

Vediamo insieme, a seconda che si tratti di uomini o donne, le diverse alternative per preservare la fertilità in caso di una patologia oncologica:

ALTERNATIVE PER l’UOMO

ALTERNATIVE PER LA DONNA

 

Durante le ultime decadi la sopravvivenza dei pazienti oncologici è molto aumentata. E’ sempre di più il numero di pazienti che hanno avuto una neoplasia in età infantile e/o che vengono colpiti da questa patologia in giovane età.

Sebbene la sopravvivenza rimanga l’obbiettivo primario vi è sempre un maggiore interesse rivolto qualità della vita dei pazienti, in particolare alla “preservazione della fertilità” dei pazienti che una volta guariti dalla patologia, a causa ad esempio di chemio e radioterapie potrebbero aver compromesso la loro fertilità, e non potendo quindi portare a compimento il loro desiderio di genitorialità.

L’oncofertilità è un nuovo approccio interdisciplinare (oncologi, ginecologi, urologi, esperti in medicina della riproduzione) che è nato e si è sviluppato per massimizzare il futuro riproduttivo dei pazienti oncologici offrendo loro diverse tecniche di preservazione della fertilità.

I centri in cui preservare la fertilità, in particolare nei pazienti oncologici, sono quelli presenti nel Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita, in particolare quello di II e III livello, infatti per legge questi centri debbono dotarsi di attrezzature adeguate per applicare le migliori tecniche di crioconservazione e scongelamento dei gameti e di crioconservazione degli embrioni.