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La salute della tiroide e la fertilità sono strettamente correlate. I disturbi della tiroide, infatti, se non curati, possono interferire con la fertilità, sia nella donna sia nell’uomo. In Italia, il 10% della popolazione soffre di patologie della tiroide e l’1,5% delle donne soffre di ipotiroidisimo. Di queste il 2,3% ha problemi di fertilità.

Le malattie della tiroide sono strettamente correlate alla fertilità e possono portare non solo percentuali ridotte di concepimento ma anche aborti spontanei e, in alcuni casi, difficoltà di impianto nei trattamenti di procreazione medicalmente assistita.

I disturbi della tiroide e le loro conseguenze possono essere prevenuti. Molte persone si accorgono di avere un disturbo alla tiroide proprio quando cercano di avere un figlio e si imbattono nelle difficoltà di concepimento. Tra gli esami per approfondire le cause del ritardo nel concepimento c’è quello per verificare la quantità dell’ormone TSH nel sangue.

L’ormone TSH

Il TSH è un ormone prodotto dall’ipofisi, una ghiandola che si trova nel cranio e stimola la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei. Gli ormoni tiroidei sono prevalentemente la tiroxina (T4) e la triiodiotironina (T3) e, a loro volta, regolano la produzione di TSH da parte dell’ipofisi. Questo ciclo è continuo e consente di mantenere costante il livello di ormoni tiroidei nel sangue. Infatti, in condizioni normali, se la concentrazione di ormoni tiroidei nel sangue tende a ridursi, l’ipofisi aumenta la produzione di TSH. La tiroide risponde all’aumento del TSH nel sangue producendo più ormoni tiroidei per ristabilire l’equilibrio. Quando i livelli di ormoni tiroidei nel sangue diventano normali, l’ipofisi riduce la produzione di TSH.

Ipotiroidismo e ipertiroidismo

Se la tiroide non funziona correttamente, l’equilibrio descritto sopra si rompe.

Se i livelli di ormone TSH nel sangue sono troppo bassi significa che la tiroide funziona troppo e l’ipofisi troppo poco. Questo è il caso dell’ipertiroidismo, in cui i livelli dell’ormone TSH nel sangue diventano così bassi da non essere misurabili. Sintomi dell’ipertiroidismo possono essere: nervosismo, ansia, iperattività, perdita di peso, irregolarità del ciclo mestruale, battito cardiaco rapido o irregolare, disturbi del sonno.

Diversamente, se la tiroide non funziona a sufficienza i livelli di ormoni tiroidei diventano troppo bassi (ipotiroidismo) e l’ipofisi aumenta la produzione di TSH nel tentativo di stimolare la tiroide a produrre più ormoni. Nelle fasi iniziali, l’ipotiroidismo raramente provoca disturbi e i sintomi tendono a svilupparsi lentamente, perciò è difficile riconoscerli. Col passare del tempo, però, se non curato, l’ipotiroidismo può causare problemi di salute, tra i quali l’infertilità. I sintomi includono: fatica, aumento della sensibilità al freddo, stitichezza, pelle secca, aumento di peso, viso gonfio, ciclo mestruale irregolare, depressione, alterazioni della memoria, colesterolo alto.

Il test del TSH

Il test del TSH si effettua con un semplice prelievo ematico e consiste nella misurazione della quantità di TSH nel sangue. Oltre ad approfondire i problemi di sterilità nella donna, consente di valutare la funzionalità dell’ipofisi, scoprire disturbi della tiroide e monitorare l’efficacia delle terapie nelle persone con ipertiroidismo o ipotiroidismo, patologie che possono avere un impatto anche rilevante sulla fertilità.

Alimentazione e salute della tiroide

Una alimentazione corretta è fondamentale per la salute della tiroide e del nostro organismo in generale. La tiroide, per funzionare bene, ha bisogno di iodio: il fabbisogno giornaliero di un adulto è di 150microgrammi. Questo minerale si trova nel cibo, possiamo assumerlo a tavola.

Pesci, molluschi e crostacei sono gli alimenti con le concentrazioni più alte di iodio. Sarebbe preferibile mangiarli crudi, dato che durante la cottura il minerale si disperde, infatti il sushi è una vera e propria miniera di iodio. Anche le patate iodate ne sono una buona fonte. L’Istituto Superiore di Sanità raccomanda l’uso del sale iodato: 5 grammi al giorno bastano per far fronte alle necessità quotidiane.

 

Fonti:

Istituto Superiore di Sanità – ISSslute – TSH

Corriere.it – La Dieta per la Tiroide: dove si trova davvero lo iodio? – Articolo del 17 maggio 2020 a firma Eliana Liotta.

Disturbi endocrini come diabete, disturbi alla tiroide e all’ipofisi possono essere tra le cause che portano ben il 15% delle coppie ad avere difficoltà nel concepimento.

Il rapporto tra i disturbi endocrini e l’infertilità ha rappresentato uno degli argomenti trattati nel corso del 17° Congresso Nazionale AME, Associazione Medici Endocrinologi, recentemente svoltosi a Roma.

 

La fertilità maschile e femminile in caso di diabete

“La fertilità negli uomini con diabete mellito è generalmente ridotta rispetto alla popolazione generale”, spiega Olga Disoteo, Gruppo di lavoro Diabete AME – S.S.D. Diabetologia A.S.S.T. “Grande Ospedale Metropolitano Niguarda” Milano, “infatti, la motilità spermatica è significativamente più bassa e sono più frequenti difetti e immaturità rispetto allo sperma degli uomini senza diabete.

Nelle donne con diabete, a meno di altri disturbi come l’ovaio policistico, non vi è evidenza di fertilità ridotta: esse hanno circa il 95% della probabilità di avere un bambino a patto che controllino bene il diabete prima e durante la gravidanza.

Programmare la gravidanza in un periodo di ottimale controllo metabolico è indispensabile per minimizzare possibili malformazioni nell’embrione che, con un diabete fuori controllo, si presentano con una frequenza di 4-5 volte superiore rispetto alla popolazione generale. L’ottimale equilibrio metabolico prima e durante la gravidanza riduce inoltre la frequenza delle gravi e possibili complicanze che possono insorgere con frequenza maggiore nella donna diabetica durante la gestazione”.

 

Infertilità e disturbi alla tiroide 

“Le disfunzioni alla tiroide”, spiega Rinaldo Guglielmi, Past President AME – Direttore Struttura Complessa Endocrinologia e Malattie Del Metabolismo, Ospedale Regina Apostolorum, Albano Laziale, “portano a una riduzione della fertilità sia nelle donne che negli uomini ed è quindi consigliabile una valutazione della funzionalità tiroidea in caso di infertilità della coppia.

Nelle donne, benché gli ormoni tiroidei influenzino direttamente l’attività degli ovociti e la recettività dell’endometrio nell’utero, l’interferenza maggiore con la fertilità avviene tramite le alterazioni dell’ormone prolattina in caso di ipotiroidismo che, anche se lieve, porta quasi sempre a una riduzione della funzione riproduttiva. Sia in caso di ridotta o aumentata funzionalità della tiroide, ipotiroidismo e ipertiroidismo, si hanno più frequenti interruzioni di gravidanza, malformazioni e complicanze.

Negli uomini sia l’ipotiroidismo che l’ipertiroidismo si associano a una riduzione della produzione del testosterone. Questo influenza la funzione sessuale portando a una condizione di eiaculazione precoce e raramente ritardata, alterazioni della libido fino a una vera e propria disfunzione erettile. La minor quantità di testosterone porta anche a una riduzione del numero degli spermatozoi prodotti e della loro qualità con più frequenti difetti della mobilità e immaturità che influenzano il potenziale di fertilità maschile”.

 

I disturbi all’ipofisi e la fertilità

“I disturbi all’ipofisi sia che siano di natura genetica, tumorale o infiammatoria portano frequentemente a sterilità in entrambi i sessi”, chiarisce Renato Cozzi, Coordinatore Attività Editoriale AME, Direttore Struttura Complessa Endocrinologia, A.S.S.T. “Grande Ospedale Metropolitano Niguarda” Milano.

“Il motivo è che questa ghiandola ha l’importante funzione di produrre le gonadotropine come l’ormone follicolo-stimolante (FSH) e l’ormone luteinizzante (LH), ossia gli ormoni che controllano il regolare funzionamento delle ovaie e della produzione degli spermatozoi nei testicoli.

Nell’infanzia l’ipopituitarismo, ossia l’insufficiente produzione di tutti gli ormoni ipofisari, può essere di natura genetica o da trauma da parto e la conseguente infertilità si manifesterà alla pubertà. In questo caso il trattamento è una terapia sostitutiva con gonadotropine.

Nelle malattie ipofisarie con iperproduzione ormonale, come l’acromegalia e la malattia di Cushing, l’eccessiva produzione dei vari ormoni responsabili di queste sindromi determina una ridotta fertilità. Nella maggior parte dei casi una terapia specifica per la malattia può risolvere il problema”.

 

Consigli pratici

In caso di difficoltà nel concepimento, la coppia dovrebbe prendere in considerazione anche la possibile presenza di disturbi endocrini. Una visita specialistica da un endocrinologo potrebbe fugare questa ipotesi o, in alternativa, capire l’origine del problema. Questo permetterebbe di impostare una terapia adeguata e, non di rado, di risolvere il problema.