In cosa consiste la tecnologia del time-lapse?
Allo scopo di ottenere maggiori probabilità di successo in termini di gravidanza evolutiva in coppie che si sottopongono a tecniche di fecondazione assistita, di fondamentale importanza è il ruolo del biologo nella scelta degli embrioni da trasferire nell’utero della paziente al momento del transfer. Il sistema classico di valutazione della qualità e della funzionalità degli embrioni prevede l’osservazione degli stessi al microscopio ogni giorno ad orari prestabiliti a partire dal giorno dopo la fecondazione in vitro fino al giorno del transfer (in terza o quinta-sesta giornata dal prelievo ovocitario). Vengono valutati il numero delle cellule che compongono l’embrione (dette blastomeri), il grado di frammentazione (la quantità di frammenti che presenta l’embrione), ed altre evidenze specifiche. In base a queste caratteristiche a ciascun embrione viene assegnato un punteggio che esprime la sua qualità. Ogni osservazione richiede la rimozione degli embrioni dall’incubatore nel quale sono mantenuti in coltura e ciò non è privo di rischi per gli embrioni stessi.
I progressi della ricerca nel campo della biologia della riproduzione hanno portato allo sviluppo di una nuova tecnologia, il time-lapse, grazie alla quale non è necessario estrarre l’embrione dall’incubatore, cosa che può avere un’influenza negativa sugli esiti della procedura. Tale tecnologia offre la possibilità di descrivere le caratteristiche morfologiche senza privare gli embrioni dalle condizioni ottimali di gas e temperatura presenti all’interno dell’incubatore.
Negli ultimi anni molti laboratori di embriologia si sono muniti dello strumento del time-lapse che funge da incubatore dove vengono mantenuti in coltura gli embrioni ed in cui sono incorporate delle microtelecamere che raccolgono immagini con frequenza molto elevata (ogni 20 minuti circa). Non vi sono rischi legati a tale tecnica, in quanto la fotocamera monitora gli embrioni sotto una luce rossa per un tempo molto breve, tale da non esporli ad una quantità di luce eccessiva. Tale tecnica detta appunto “time-lapse”, permette di ottenere dei filmati che riproducono tutte le fasi di sviluppo di ciascun embrione. Per mezzo di tali registrazioni il biologo osserva la modalità e tempi di divisione dell’embrione ed evidenzia eventuali difetti nel processo di divisione cellulare. Su queste informazioni si basa la decisione di quale sia o quali siano gli embrioni di miglior qualità da trasferire nell’utero della paziente, favorendo così una miglior selezione embrionale.
Dott.ssa Stefania Luppi