Quando si parla di fertilità, sappiamo che l’età della donna è un fattore chiave. È un tema che tante coppie conoscono bene: il tempo che passa, i controlli, le valutazioni mediche, le scelte da fare. Oggi la ricerca scientifica ci invita ad ampliare lo sguardo: anche l’età dell’uomo conta.
Non si tratta di colpe o responsabilità, ma di consapevolezza. La fertilità è una storia di coppia, e la scienza ci aiuta a comprendere meglio come ciascun partner contribuisca alla salute e al futuro del bambino. È
Un nuovo punto di vista sulla paternità
Uno studio condotto presso il Wellcome Sanger Institute nel Regno Unito, e pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, ha rivelato un dato importante: con il passare degli anni, nello sperma maschile aumentano le mutazioni del DNA che possono influenzare la salute del nascituro.
In particolare, gli scienziati hanno stimato che dal 3 al 5% degli spermatozoi di uomini over 50 presenti una mutazione in grado di determinare una patologia genetica.
Per arrivare a queste conclusioni, il team di ricerca — guidato da Raheleh Rahbari e Matthew Neville — ha analizzato oltre 100.000 spermatozoi di 81 uomini tra i 24 e i 75 anni utilizzando una tecnologia avanzata, il duplex sequencing (NanoSeq), capace di rilevare con estrema precisione anche le mutazioni più rare.
Quando le cellule diventano “egoiste”
I ricercatori hanno scoperto che l’aumento delle mutazioni non è solo un effetto del tempo, ma il risultato di un meccanismo chiamato “selezione positiva”.
Nel corso degli anni, alcune cellule staminali dei testicoli possono sviluppare mutazioni che danno loro un vantaggio rispetto alle cellule sane, spingendole a moltiplicarsi più velocemente.
È il fenomeno dello “sperma egoista”, come lo definiscono gli studiosi: una catena di produzione in cui le cellule mutate finiscono per prevalere, facendo crescere nel tempo la quota di spermatozoi con alterazioni genetiche.
Le conseguenze (e ciò che possiamo fare)
La maggior parte di queste mutazioni non causa problemi, ma alcune possono riguardare geni importanti per lo sviluppo cerebrale e la crescita cellulare. È il motivo per cui i ricercatori hanno trovato un legame tra l’età paterna e alcuni disturbi del neurosviluppo — come l’autismo — o un aumento del rischio di tumori infantili.
È interessante notare che non sono emersi collegamenti significativi con fattori come il fumo, l’alcol o l’obesità. Questo significa che, almeno per quanto riguarda le mutazioni del DNA, il tempo biologico ha un ruolo più rilevante dello stile di vita.
Ma non è una notizia che deve spaventare. È, piuttosto, un’informazione che può aiutare a fare scelte consapevoli, soprattutto in un momento storico in cui molte coppie diventano genitori più tardi rispetto al passato.
Le opzioni oggi disponibili
Come sottolinea il dottor Matthew Neville, coautore dello studio, chi desidera una paternità in età più matura può prendere in considerazione alcune possibilità:
- Crioconservazione dello sperma: per gli uomini che immaginano di avere figli più avanti nel tempo, il congelamento del seme in età più giovane può rappresentare una forma di prevenzione.
- Screening prenatali mirati: oggi la medicina offre strumenti sempre più precisi per monitorare lo sviluppo del feto e individuare precocemente eventuali anomalie genetiche.
La fertilità riguarda la coppia
Per molto tempo, l’attenzione sui rischi legati all’età si è concentrata quasi esclusivamente sulla donna.
Oggi la scienza ci mostra che la salute riproduttiva è una questione condivisa, in cui l’età di entrambi i genitori ha un ruolo importante.
Sapere che anche il corpo maschile cambia con il tempo non deve spaventare: significa, piuttosto, poter contare su informazioni più complete per scegliere, pianificare, chiedere aiuto.
E ricordare che ogni progetto di genitorialità è unico, costruito passo dopo passo, con il supporto della medicina e con la forza di chi non smette di credere nel proprio desiderio di diventare genitore.
Fonti:
- ADNkronos Anche l’uomo ha un orologio biologico: ecco perché.
- Neville, M.D.C., Lawson, A.R.J., Sanghvi, R. et al.Sperm sequencing reveals extensive positive selection in the male germline. Nature (2025). https://doi.org/10.1038/s41586-025-09448-3.