La crioconservazione dei gameti (gli ovociti e gli spermatozoi) è una tecnica della medicina della riproduzione sempre più in uso e sempre più perfezionata, alla quale si rivolgono uomini e donne che, per vari motivi, scelgono di preservare la loro fertilità in vista del futuro.
Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Alessandra Tiezzi, ginecologa, Responsabile del Centro di Fecondazione assistita della CLINICA NUOVA RICERCA di Rimini
Che cos’è la crioconservazione degli ovociti?
La conservazione degli ovociti è una tecnica di preservazione della fertilità e permette di conservare le cellule uovo per un periodo di tempo prolungato, congelandole a temperature molto basse per poterle poi utilizzare in un momento successivo.
È particolarmente utile per le donne che, ad esempio, si devono sottoporre a trattamenti di chemioterapia o di radioterapia per alcune patologie neoplastiche, o che devono sottoporsi ad interventi demolitivi, ad esempio per patologie come l’endometriosi. Questi trattamenti farmacologici o chirurgici, infatti, possono compromettere la fertilità. Inoltre, può essere utilizzata per le donne che hanno una bassa riserva ovarica, oppure per quelle che desiderano diventare mamma ma vogliono posticipare la gravidanza per motivi personali.
Come funziona il congelamento degli ovociti?
Innanzitutto, le donne si devono sottoporre a una stimolazione ormonale per indurre l’ovulazione multipla. Questa stimolazione viene fatta somministrando delle gonadotropine, farmaci che servono a far lavorare le ovaie della donna e a far loro produrre più follicoli pre-ovulatori.
Durante il trattamento farmacologico si effettuano dei monitoraggi, per il dosaggio dell’ormone estradiolo (esami del sangue) e per verificare quanti follicoli crescono e che dimensioni raggiungono (con l’ecografia). I follicoli sono strutture che si trovano all’interno dell’ovaio e che dovrebbero contenere l’ovocita, quando raggiungono un certo stadio di maturazione.
Dopo circa un paio di settimane di terapia, la donna viene sottoposta a un Pick-up, cioè un prelievo ovocitario: gli ovociti vengono aspirati dai follicoli. L’intervento si effettua in day hospital, si svolge in sedazione profonda, di solito la donna non deve essere intubata. L’intervento si esegue per via transvaginale: con una sonda ecografica ed un ago, sotto guida ecografica, si aspira il liquido follicolare che, successivamente, viene consegnato in laboratorio dove le embriologhe lo osservano al microscopio per valutare la presenza o meno degli ovociti. Tra tutti gli ovociti, vengono crioconservati quelli che hanno raggiunto un adeguato stadio di maturazione (metafase II).
La crioconservazione avviene in azoto liquido a -196°C tramite vitrificazione, un processo di congelamento molto rapido che serve a preservare l’ovocita da eventuali danni dati da cristalli di ghiaccio. Gli ovociti vengono conservati in contenitori criogenici e possono essere utilizzati anche dopo molti anni.
Vantaggi e limiti della crioconservazione degli ovociti
I vantaggi risiedono nella possibilità per le donne di preservare la propria fertilità, sia per ragioni di salute (medical freezing) sia per altri motivi personali (social freezing). Tuttavia, anche questo trattamento ha dei limiti.
Innanzitutto, il successo di ottenere una gravidanza al momento dell’utilizzo degli ovociti non è garantito. Infatti, sono molti gli aspetti da considerare: la qualità degli ovociti congelati, il numero, la loro resistenza allo scongelamento; e poi, la risposta della donna alla successiva preparazione dell’utero per accogliere embrioni.
Inoltre, è una tecnica che può avere anche un costo complessivo piuttosto elevato. Ai farmaci utilizzati per l’induzione dell’ovulazione vanno aggiunti il costo del trattamento di recupero degli ovociti in sala operatoria e quello delle tecniche di fecondazione assistita. Soprattutto per il social freezing i costi sono un po’ più elevati, perché questa tecnica non è sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale e quindi le donne la possono effettuare soltanto in centri privati.
Tuttavia, possiamo dire che la crioconservazione degli ovociti è una tecnica sempre più in uso che continua a ottenere miglioramenti dal punto di visa della tecnica e che ci darà sempre più possibilità di pianificare una gravidanza.
Inoltre, le donne sono sempre più informate in merito a queste tecniche di criopreservazione della loro fertilità e quindi sicuramente un numero sempre maggiore di donne si rivolgerà a questo tipo di tecniche.
La crioconservazione degli spermatozoi
La crioconservazione degli spermatozoi è una tecnica che si utilizza da molto tempo ed è sempre più in uso. Infatti, anche gli uomini sono sempre più informati sulle possibilità che questo tipo di trattamento può dare per il loro desiderio successivo di paternità.
La crioconservazione degli spermatozoi è una tecnica di preservazione della fertilità maschile. Può essere fatta o perché l’uomo deve sottoporsi a interventi chirurgici che potrebbero comprometterne nella fertilità, o perché deve sottoporsi a trattamenti di chemioterapia o di radioterapia e quindi è necessario crioperservare il liquido seminale.
Gli spermatozoi vengono crioconservati conservati a -196°C, anche per molti anni.
Come funziona la tecnica?
Si inizia con la raccolta del liquido seminale, che può avvenire tramite masturbazione. Per gli uomini che hanno difficoltà di eiaculazione, oppure la cui eiaculazione è stata compromessa da interventi chirurgici o da trattamenti medici, per recuperare gli spermatozoi si ricorre al prelievo testicolare, tramite la tecnica TESE.
Il campione di liquido seminale viene analizzato in laboratorio, cioè si valuta la concentrazione degli spermatozoi, il numero, la loro mobilità e la morfologia. In alcuni casi, in laboratorio si possono effettuare anche dei trattamenti per migliorare la qualità del campione, ad esempio separando gli spermatozoi con la morfologia migliore e più veloci.
Successivamente si procede con la criopreservazione, utilizzando anche un crioprotettore per evitare che si creino danni in seguito alla formazione di cristalli di ghiaccio.
Gli spermatozoi, così come gli ovociti, possono essere crioconservati per decenni ed essere utilizzati successivamente per trattamenti di fecondazione assistita o di inseminazione intrauterina quando c’è il desiderio di gravidanza della coppia.
Quali sono i limiti della crioconservazione degli spermatozoi?
I limiti risiedono nella qualità del campione del liquido seminale, nel fatto che i costi complessivi possono essere anche piuttosto elevati (ad esempio nei casi in cui occorre procedere alla biopsia testicolare). Anche in questo caso, quindi, il successo della tecnica non è garantito.
Comunque, la crioconservazione del liquido seminale è una tecnica che si utilizza da molto tempo ed è sempre più in uso proprio perché anche il paziente maschile è sempre più informato delle possibilità che questo tipo di trattamento può dare per il suo desiderio successivo di paternità.