Endometriosi: cosa sapere per riconoscerla e affrontarla

L’endometriosi è una patologia complessa, spesso non è facile riconoscerla e diagnosticarla, ma può avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla fertilità femminile.

Ce ne parla il Dottor Fulvio Cappiello, ginecologo, responsabile del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita – Gametica Clinica Mediterranea di Napoli.

Cos’è l’endometriosi e come si manifesta

L’endometriosi è una patologia che provoca dei fenomeni infiammatori in tutto l’addome della donna ed è una patologia estrogenodipendente, cioè tipica dell’età fertile della donna.

È una malattia talvolta subdola, che rappresenta un problema anche sociale e nell’infertilità della coppia. Infatti, alcune volte provoca sintomi importanti e impatta sulla fertilità, altre volte può essere in stadio avanzato ma non creare nessun problema.

Normalmente è una patologia che va a colpire tre parti dell’anatomia femminile: abbiamo un’endometriosi a livello ovarico, un’endometriosi a livello del peritoneo, che è una membrana che riveste tutti gli organi addomino-pelvici sia della donna sia dell’uomo e una endometriosi cosiddetta profonda con dei danni anche a livello dell’intestino.

La diffusione e le classificazioni della malattia

Possiamo dire che il 6-10% delle donne nella popolazione femminile mondiale ha un problema di endometriosi e un 35-50% delle pazienti infertili hanno un problema di endometriosi.

Esistono vari tipi di classificazione a seconda degli stadi: i più utilizzati sono quelli dell’American Society for Reproductive Medicine che classifica lo stadio dell’endometriosi a seconda delle dimensioni delle lesioni riscontrate o ecograficamente o attraverso la chirurgia endoscopica. Inoltre, la divide e la classifica in quattro stadi: l’endometriosi primo stadio è l’endometriosi lieve, quarto stadio chiaramente l’endometriosi più profonda e più grave.

L’altro metodo anche di classificazione è l’Enzian Score che invece va a classificare in tre stati l’endometriosi a seconda dell’invasività ed è relativo a una classificazione determinata durante l’intervento chirurgico per cercare di ripulire la paziente dall’endometriosi.

Riconoscere l’endometriosi il prima possibile

Come fare a riconoscere questa malattia? Non è facile, ed è molto importante cercare di diagnosticarla il prima possibile. Pertanto, quando una donna adolescente presenta dei forti dolori mestruali, o una forte sindrome premestruale o anche dolori tra un ciclo e un altro è opportuno fare degli approfondimenti. Infatti, quelli potrebbero essere i segni di una immaturità ovocitaria, ma potrebbero anche essere segni di un’endometriosi ai primi stati. Quindi, sarebbe molto importante in quel caso agire subito dal punto di vista medico o addirittura chirurgico per cercare di salvaguardare la salute della paziente.

Il legame tra endometriosi e infertilità

Dove va a colpire l’endometriosi da un punto dei meccanismi che determinano infertilità? L’endometriosi può determinare un’alterazione delle tube, cioè nel collegamento che consente l’incontro tra spermatozoo e ovocita. Infatti, determina uno stato infiammatorio generale in tutta la cavità addominale e pelvica che crea un ambiente poco favorevole alla formazione e all’attecchimento dell’embrione. Inoltre, può determinare un blocco nell’impianto dell’embrione e determinare un ambiente sfavorevole all’attecchimento dell’embrione.

Si è visto che durante l’endometriosi abbiamo un aumento di alcuni tipi di citochine, di natural killer e di altre particolari sostanze che possono danneggiare il tutto e quello che è stato visto negli ultimi studi è che l’endometriosi, proprio attraverso queste citochine o queste sostanze tossiche, può danneggiare la qualità dell’ovocita e la steroidogenesi, cioè non permettendo una giusta maturazione ormonale dell’ovocita può determinare un danno nell’ambiente intrafollicolare cioè nel liquido follicolare che circonda l’ovocita, può determinare addirittura un danno al fuso mitotico dell’ovocita, cioè per intenderci a quelle che sono il cariotipo e quindi a tutti i cromosomi che appartengono al cariotipo; inoltre è stato anche notato come nella paziente endometriosica ci sono delle alterazioni nel citoplasma della cellula ovocitaria, la parte che contiene una serie di organelli tra cui i mitocondri, ossia il motore della cellula stessa.

Tutti questi processi possono determinare dei danni a livello ovocitario quindi una netta riduzione della fertilità della donna.

Diagnosi precoce, approccio integrato e preservazione della fertilità

Come gestire queste situazioni? È molto importante cercare di diagnosticare subito il problema endometriosico e cercare di capire se si può intervenire in maniera solamente medica o se è necessario effettuare subito un intervento chirurgico.

È molto importante che ci sia una strettissima correlazione tra la fertilità della donna e il desiderio di prole e appunto fare un intervento chirurgico. A volte, fare un intervento chirurgico per togliere delle cisti endometriosiche a livello ovarico può danneggiare inevitabilmente anche la parte buona dell’ovaio e quindi si rischia di danneggiare ulteriormente la riserva ovarica.  Quindi, molto importante è l’equilibrio tra terapia medica e terapia chirurgica e capire quando è il caso di poter trattare la paziente solamente da un punto di vista medico oppure ricorrere all’intervento. In questo caso nelle pazienti endometrosiche risulta veramente molto importante la tecnica del social freezing, cioè quella del congelamento volontario dei propri ovociti in modo da preservare la propria fertilità anche in caso di peggioramento dello stato della patologia endometriosica.

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